Book-Crossing, il parco Alessandro Conti: fra degrado e spiragli di riscatto

Era il 2004 quando il Comune di Roma inaugurò nel VI municipio un’area verde intitolata alla memoria di Alessandro Conti. Il parco doveva onorare la memoria del ragazzino di nove anni investito nel 1999 da un’auto pirata, mentre percorreva in bicicletta via Artusi.

Ma sorgeva anche per venire in soccorso di un quartiere di periferia in cui la vita non è mai stata facile, tra il degrado, la povertà e forti disagi sociali: grazie a questo luogo, gli abitanti del posto avrebbero potuto trovare una zona idillica in cui incontrarsi, passeggiare, trascorrere il tempo libero e far giocare i propri figli in totale tranquillità.

In questo modo, sarebbe aumentata la possibilità di sviluppare un senso civico e una maggiore attenzione da parte di tutti alle necessità e alle problematiche del quartiere.

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Come purtroppo siamo abituati a vedere in periferia, l’area verde ha attraversato una inarrestabile parabola discendente, con gli alberi e le zone verdi abbandonate all’incuria totale, atti di vandalismo sempre più frequenti, spazzatura accumulata in ogni dove, il bar addirittura dato alle fiamme. Il tutto nel più totale disinteresse delle istituzioni.

L’indignazione

La situazione è degenerata a tal punto che nel 2011 i genitori di Alessandro hanno chiesto che la targa commemorativa fosse tolta, indignati dal vedere il nome del figlio associato a un simile luogo di degrado.

Senza conoscere alcuna vergogna, il Comune ha prontamente accolto la richiesta, rimuovendo la targa e lasciando il parco, se possibile, ancor più abbandonato a sé stesso.

L’iniziativa cittadina

Ma, alcune volte, dove le istituzioni falliscono, è l’iniziativa dei privati cittadini a risvegliare la speranza. Nel 2019, infatti, è apparsa una piccola teca, appesa alle sbarre del parco; realizzata in legno e pitturata d’azzurro, con una porticina dotata di una piccola maniglia e, sulla sommità, una tavola arancione con la scritta: “lascia un libro, prendi un libro”.

Aprendo lo sportello, si trovavano all’interno due libri usati, pronti per essere presi e sostituiti con altri, da chi avesse voluto adottarli.

Un’area di book-crossing pubblica non ha certo vita facile in un ambiente sociale come quello in cui si è trovata a essere: infatti, nel giro di qualche mese, la piccola edicola è stata più volte vandalizzata.

Tuttavia, la volontà di salvare il decoro del parco si è dimostrata più forte negli abitanti del posto, che hanno provveduto non solo a riparare la teca, ma ad aderire all’iniziativa portando libri e riviste in quantità sempre maggiore.

L’edicola è stata quindi ampliata, dotata di più sportelli e raccoglie ancora un gran numero di libri. Se la cultura è la base per costruire consapevolezza e dignità in una comunità, il gesto di ripartire dai libri è eloquente: un piccolo passo per tornare a sperare nel riscatto del parco.

Alessandro Troisi


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