Cala il sipario sui cinema e i teatri della capitale

pexels - monica silvestre

La cultura paga un conto molto salato alla pandemia. In una situazione che per settori come cinema, teatri, era già abbastanza critica prima dell’emergenza, dopo mesi di mancati incassi soprattutto per i più piccoli diventa tragica e significa chiusura certa. Dal centro alla periferia, Roma si sta piano piano spopolando di luoghi culturali, sale che hanno fatto la storia del cinema o del teatro. Nell’ultimo decennio sono almeno una quarantina le sale chiuse. In tutto il comparto conta 120 cinema e 450 schermi sul territorio, 16 milioni di presenze (prima del Covid naturalmente) e 120 milioni di incasso solo al botteghino, oltre a 2.500 occupati diretti e dell’indotto.

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Recentemente è calato il sipario sul Teatro dell’Angelo nel quartiere Prati: dopo due anni di inattività ha terminato di piegarsi dinanzi alla pandemia, e al suo posto sorgerà un supermercato, i lavori sono già in corso e a nulla è servita la petizione on line e la raccolta firme organizzata dal Municipio per tenerlo in vita. Il Teatro (nato come sala da ballo) fu inaugurato a metà degli anni ’90 dal grandissimo Vittorio Gassman e poi trasformato in teatro dalla famiglia Moratti. Sta purtroppo seguendo lo stesso destino l’Azzurro Scipioni, cinema che da quarant’anni è gestito da Silvano Agosti, uno dei pochissimi cinema d’essai rimasti nella Capitale, curato nei minimi dettagli, dove si proiettano i grandi capolavori del passato e i film che secondo Agosti, «vanno visti». Giura che la sua è stata una provocazione per accendere un faro sulla situazione della cultura a Roma.

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Le stime di Confcommercio sono a dir poco preoccupanti. Oltre il 91% dei cinema della provincia e oltre il 95% dei teatri sono in difficoltà. Oltre il 70% dei cinema potrebbe non riaprire a causa dei pesanti costi dei protocolli di sicurezza che dovranno adottare una volta passata l’emergenza. Già oltre l’80% dei teatri ha avuto difficoltà a riaprire ad ottobre quando era possibile, figuriamoci dopo altri mesi di attuale lockdown per loro. Almeno la metà dei consumatori ci andrà di meno una volta riaperti o non ci andrà affatto e in questo caso la perdita per l’indotto sarebbe di oltre il 60%. Al di là degli aiuti del Governo, la Regione Lazio ha iniettato nuova liquidità nel sistema della cultura per 8 milioni di euro: 1,3 milioni ai teatri, 4 ad associazioni culturali e di promozione sociale e 2 milioni per associazioni e società sportive, 1,7 per i cinema.


Foto di Kaboompics – Pexels

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