Dall’inizio della guerra, gli ucraini entrati in Italia sono oltre 11 mila

Il Viminale ha reso noti i dati aggiornati alle 8 di oggi, sabato 5 marzo. Sono più di 11 mila i cittadini ucraini che sono entrati in Italia dal giorno dell’invasione russa. Gli accessi arrivano prevalentemente di terra al confine con la Slovenia. Nelle ultime 24 ore sono stati 2.265. I rifugiati cercano di raggiungere familiari e conoscenti nel nostro territorio e le città principali delle destinazioni sono: Roma, Milano, Bologna e Napoli.

Le strutture, i vaccini, la scuola

Il governo ha disposto un Piano rifugiati allertando prefetture e Regioni. Vanno reperite strutture, hotel e spazi destinati ad ospitare gli arrivi giornalieri dall’Ucraina. E’ necessario poi garantire a tutti tamponi e vaccini anti-Covid e ad assicurare il diritto alla scuola a ragazzi e bambini.

La gestione

Saranno i governatori delle Regioni che designeranno i Commissari delegati alla gestione dei profughi. Queste figure coordineranno l’organizzazione dei sistemi territoriali di Protezione civile negli interventi di assistenza ai rifugiati.
Il capo dipartimento della Protezioni civile, Fabrizio Curcio ha evidenziato come questa sia una situazione inedita che coinvolge diverse strutture del Paese.
Curcio fa notare che gli ingressi in Italia sono in forte crescita e i flussi sono al momento ingestibili ed “è necessario attrezzarci sotto l’aspetto operativo”. “Dobbiamo prepararci – ha aggiunto Curcio – a quando i numeri saranno meno gestibili dal punto di vista sanitario”.

Tamponi e vaccini

Le Asl sono allertate perché si predispongano per garantire tamponi e vaccini ai rifugiati. Fino al 31 marzo per gli spostamenti in Italia i profughi dovranno esibire un certificato di negatività al tampone.

Il Viminale ha dato disposizione che siano aumentati i Centri d’accoglienza straordinaria per 5 mila posti. In questi Centri troveranno assistenza i cittadini ucraini, anche se non dovessero richiedere asilo in Italia.
Al momento nel nostro Paese gli ucraini sono più di 248 mila, di cui 190 mila sono donne.

Foto: indiplomacy.it (elaborazione)

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