Europa si spacca sul fronte aiuti, l’Italia ribadisce il No al Mes ma rischia di restare da sola

Nemmeno l’emergenza coronavirus riesce a mettere d’accordo i leader europei. Non è stato trovato nessun accordo nella notte tra i vari ministri dell’UE, una riunione ad altissima tensione e infuocata che doveva fare il punto sulla drammatica situazione economica ma che invece si è conclusa con un nulla di fatto.

Nel pomeriggio di oggi si proverà a limare i toni per raggiungere un compromesso tra le parti, da una parte Germania, Olanda, Austria e Finlandia che non fanno sconti e puntano dritto al Mes dall’altra parte la compagine guidata dall’Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Lussemburgo, Irlanda (Paese che un tempo faceva parte della nuova lega anseatica rigorosa sui conti pubblici), Grecia e Belgio che puntano agli Eurobond.

Il ministro Gualtieri ha dichiarato. “E’ il momento della responsabilità di scelte condivise e coraggiose che puntano alla solidarietà comune”, parole forti ma il rinvio sembra essere l’ultima mossa per spaccare il fronte Eurobond.

Su Twitter anche le parole del presidente Centeno non fanno ben sperare «Dopo 16 ore di discussioni eravamo vicini a un accordo, ma ancora non ce l’abbiamo fatta. Ho sospeso l’Eurogruppo e l’ho riconvocato per domani. Il mio obiettivo resta lo stesso: costruire una forte rete di sicurezza europea contro le conseguenze dell’epidemia di Covid19 (per tutelare lavoratori, aziende e nazioni) con l’impegno di costruire un adeguato piano di ricostruzione». L’Italia continua comunque a ribadire la totale contrarietà al Mes ma potrebbe sentirsi sola in questa battaglia storica che ci dirà cosa e come sarà l’Europa dei popoli.