Giacimenti culturali di Piglio, in attesa di essere “riportati alla luce”

Articolo a cura di Giorgio Alessandro Pacetti

Già nel 1969 la dott.ssa Matilde Mazzolani, in una pubblicazione universitaria nella collana -ANAGNIA “FORMA ITALIAE” (1969)- aveva individuato a Piglio delle giacenze archeologiche inesplorate degne di particolare attenzione da parte degli organi della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio.
Gli Hernici agli albori della storia avevano nelle terre di Piglio le loro roccaforti e, alla loro disfatta, i Romani abitarono queste terre generose e ricche di sorgenti e di boschi ed in questi luoghi costruirono le loro ville.
Dopo la villa di Nerva, nel 1988 a seguito dei lavori effettuati dalla civica amministrazione nel cimitero di Piglio, veniva scoperto un tratto di acquedotto romano in “opus reticulatum” che la dott.ssa Sandra Gatti della Soprintendenza Archeologica di Roma, qualificava come reperto archeologico di grande importanza. –
Tale acquedotto collegava le sorgenti di Romagnano alla località detta “Lago” dove si vedono ancora delle fortificazioni attraversando il tempio di Giano.
Successivamente nel 1997 venne scoperta, sempre nella campagna di Piglio,una villa patrizia con resti di pavimenti in mosaico policromo a tesserine in pasta vitrea e costruzioni in “opus latericium” risalente al II° sec. A. C. e una statua in pietra, finemente lavorata, purtroppo acefala e mancante del braccio sinistro.
La scultura, genericamente riconducibile al tipo diffusissimo nell’arte romana di statua funeraria femminile, (sorta di divinità protettrice dell’oltretomba, derivata da prototipi greci, in particolare dal tipo della Pudicitia) è notevole per la finezza dell’esecuzione ed in particolare del delicato panneggio.
Ci si augura che da più accurati rilevamenti si possa portare alla luce quanto di più bello l’arte degli antichi Romani ha lasciato nel nostro territorio.
Sicuramente in tempi remoti da queste parti scorrevano calde acque curative dalle quali i nostri padri traevano salutari benefici.
Ma dove sono andate a finire queste sorgenti?
Si sa che la terra ha i suoi sconvolgimenti e là dove scorreva un fiume oggi è solo sabbia e là dove erano i boschi ora esiste un deserto, ma qui a Piglio il paesaggio si è conservato nella sua bellezza: sicuramente qualche agricoltore ignaro trae dal suo pozzo rurale dell’acqua termale.
Questo ancora non c’è dato di capirlo; ma si parte spesso da questi piccoli indizi per arrivare a delle grandissime scoperte.
Ci auguriamo che anche Piglio ritorni alla ribalta con nuove eclatanti “emozioni” archeologiche al fine di valorizzare questa terra che nasconde un grande tesoro quello dell’arte e della cultura insieme al prelibato vino Cesanese conosciuto in Italia e all’estero.
Questi giacimenti culturali, in parte custoditi nel castello medievale, opportunamente restaurato come museo dalla Soprintendenza Archeologica del Lazio nel 1989 per ospitare tutti i reperti archeologici zonali, costituiscono anche una nuova risorsa che è quella dell’agriturismo e mi auguro che la nostra città sia inserita nei programmi del Giubileo del 2025.
E’ di somma urgenza fare presto e fare bene, prima che di questo ingente patrimonio non resti più nulla perché l’erosione causata dall’indifferenza non superi quella dovuta ad agenti naturali.
Qui sotto riportiamo le principali emergenze storico-artistiche di Piglio:
 
SANTUARIO DELLA MADONNA DEL MONTE                             (sec. XIV)
AFFRESCO DELLA VERGINE CON ANGELI                                    (sec. XIV)
CONVENTO DI SAN LORENZO                                                    (secc. XIII-XVII)
CHIESA DI SAN LORENZO                                                         (secc. XIII-XVII)
SEPOLCRO DEL BEATO ANDREA CONTI   ispiratore del I°Giubileo  (1240-1302)
GROTTA DEL BEATO ANDREA CONTI                                         (1240-1302)
SEPOLCRO DELL’UMANISTA BENEDETTO DA PIGLIO                   (1365-1423)
CAPPELLINA DEL SACRO CUORE                                               (1800)
SEPOLCRO DEL SERVO DI DIO PADRE QUIRICO PIGNALBERI        (1891-1982)
PRESEPIO ANIMATO                                                                (1956)
CASTELLO MEDIOEVALE INFERIORE                                          (secc. XIII-XIV)
CASTELLO MEDIOEVALE SUPERIORE                                         (secc. XI-XII)
COLLEGIATA SANTA MARIA ASSUNTA                                     (secc. XI-XVIII)
CHIESA DI SAN NICOLA                                                           (sec. XVII)
CHIESETTA DI SANT’ANTONIO ABATE                                      (sec. XVII)
CHIESA DI SANTA LUCIA                                                         (sec. XVII)
SANTUARIO DELLA MADRE SANTISSIMA DETTA DELLE ROSE     (secc. XIV-XVIII)
AFFRESCO DELLA VERGINE CON BAMBINO                               (sec XIV)
CHIESA DI SAN ROCCO MADONNA DELLA VALLE                      (secc. XIV-XIX)
AFFRESCO DELLA VERGINE CON SANTI                                     (sec.XIV )
AFFRESCO DELLA VERGINE con Bambino e San Giovannino   (1595)
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA                                        (sec. XVII)
IMMAGINE DEL SS. CROCIFISSO                                               (sec. XVII)
CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI (o dei due Papi)      (sec. XX)
RUDERI ROMANI DI EPOCA IMPERIALE                                      (II-III sec. d.C.)
VILLA PATRIZIA E RESTI DI TERME                                           (II sec. a.C.)
VILLA DI NERVA, ACQUEDOTTO ROMANO, TEMPIO DI GIANO    (I sec. a.C.)
CHIESETTA DI SAN PIETRO IN THEANO                                    (sec. XVII)
RUDERE   CAPPELLINA DI SAN SEBASTIANO                             (sec.XVII)
Le GROTTE disseminate nel territorio di Piglio, che rivestono una grande importanza per la loro bellezza e per la presenza sia di stalagmiti che di stalattiti come quella ubicata nel complesso francescano di San Lorenzo .
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