INPS, Bonus famiglie 3000 euro l’anno: come richiederli e requisiti

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Bonus 2021: in arrivo tantissimi bonus Inps rivolti ai cittadini in difficoltà. Il 2021 si prospetta un anno difficile ma ricco, come riporta trendonline.com, di bonus alle famiglie ed ai lavoratori. Introdotta anche qualche novità che non sempre è peggiorativa.

Il 2020 è stato un anno particolare, per usare un eufemismo, che ci ha visto affrontare situazioni economiche e sociali mai sperimentate prima. A livello mondiale cittadini ed istituzioni hanno reagito cercando di supportare chi più di altri ha subito le conseguenze dei vari lockdown.

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In Italia il governo Conte ha innescato una serie di bonus a profusione: ricordiamo il bonus mobilità che ha sollevato più critiche che consensi ma che alla fine ha portato ad un totale svuotamento di magazzini per i venditori. Sicuramente in questi giorni spopola il bonus cashback che tra partenza indecisa e modalità poco chiare sta comunque portando buoni risultati.

Ricordiamo che il bonus cashback è differente dalla lotteria degli scontrini. Si tratta di due misure di lotta all’evasione inserite nel più ampio piano cashless, ma nella sostanza hanno procedure e beneficiari differenti.

Il 2020 quindi si conclude con tanti bonus Inps, ma il 2021 sembra non essere da meno. Vediamo allora cosa ci aspetta per il nuovo anno e a chi andranno gli aiuti voluti dal governo.

Bonus 2021 le novità per le famiglie
Il bonus famiglie che prevede fino a 3.000€ l’anno per ogni figlio convivente dal settimo mesi di gravidanza fino ai 21 anni di età, prende il nome di assegno unico per i figli. Vediamo bene in cosa consiste.

La misura è tutt’ora in via di definizione ed è una delle tante inserite nel Family Act del governo. Nella situazione in cui il paese versa da mesi è necessario e lo sarà ancora, provvedere alle famiglie con figli che si ritrovano il più delle volte con spese extra senza avere più certezze economiche per il futuro. Uno stato di perenne insicurezza quindi che può generare anche proteste violente come quelle a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi.

I bonus alle famiglie sono molti è vero, ma non sempre accessibili per tutti i nuclei familiari. Il nuovo assegno unico è stato approvato all’unanimità dalla Camera e come dichiarato dal ministro per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, è un importante traguardo per le famiglie italiane e per il paese intero.

Il bonus famiglie o assegno unico spetterà a tutti i lavoratori, sia autonomi che dipendenti ma anche a disoccupati e incapienti. Partirà dal settimo mesi di gravidanza fino al raggiungimento dei 21 anni dei figli. Sarà riconosciuto a tutti i cittadini italiani ed europei. Ma anche ai cittadini extra-comunitari con regolare permesso di soggiorno e residenti in Italia da più di 2 anni.

Secondo le prime stime, l’assegno unico sarà composto da due parti. Una prima parte universale che è di circa 100€ per ogni figlio a carico. La seconda parte invece sarà variabile, sulla base dell’ISEE relativo al nucleo familiare.

L’importo spettante sarà azzerato solo per famiglie con un ISEE di 50-60mila euro, che secondo l’Istat sono circa il 10/15% delle famiglie italiane.

Bonus spesa: 500€ dai comuni
Il Consiglio dei Ministri, ha approvato uno stanziamento di ben 400 milioni da destinare ai comuni per le famiglie maggiormente colpite dalla crisi attuale.

Si tratta della riedizione dei bonus previsti durante il primo lockdown. I comuni provvederanno ad erogare fino a 500€ alle famiglie che rientreranno nei requisiti fissati, per acquisti di beni di prima necessità. Quindi si potranno acquistare con i soldi messi a disposizione generi alimentari, ecco perché questo bonus è conosciuto come bonus spesa.

Per ricevere il bonus ci si dovrà rivolgere la proprio comuni di appartenenza. Per la lista dei requisiti richiesti ci saranno alcuni giorni in cui la norma dovrà essere recepita dalle amministrazioni locali. Successivamente saranno disponibili con modalità diverse da comune a comune i moduli per inoltrare le richieste.

E’ possibile anche fare domanda ai centri di assistenza sociale presenti sul proprio territorio comunale. Le modalità di erogazione saranno le medesime utilizzate durante la prima erogazione del bonus spesa, ma sempre soggetta alle direttive del proprio comune.

Sulle priorità si pensa che saranno privilegiate le famiglie che non percepiscono o non hanno percepito, altri sussidi statali ma di fatto il bonus spesa non presenta incompatibilità con altri sussidi come Reddito di Cittadinanza, Pensione di Cittadinanza e Reddito di Emergenza.

In linea di massima, tenendo conto della precedente lista di requisiti, si può pensare che i valori presi in considerazione per l’erogazione del bonus saranno:

residenza nel comune a cui si inoltra richiesta
composizione nucleo familiare
patrimonio immobiliare
situazione lavorativa
ISEE
altri sussidi Statali già percepiti dal nucleo familiare
Confermato bonus 1000€
Il bonus Inps da 1000 euro previsto per dal decreto ristori sarà erogato una tantum. I beneficiari saranno i lavoratori appartenenti a determinati settori, identificati dalle relazioni tecniche del governo, come i più colpiti dalle misure restrittive poste in atto con l’ultimo DPCM.

Cosa prevede l’Articolo 16 del decreto ristori.

Ai lavoratori dipendenti e autonomi che in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro, viene riconosciuta un’indennità onnicomprensiva pari a 1000 euro.

I beneficiari sono gli stessi del precedente bonus Inps stagionale previsto ad Agosto. Ovvero:

Lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali.
Intermittenti, che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giorni nel periodo precedente l’entrata in vigore del decreto. Autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie.
Incaricati alle vendite a domicilio, con reddito annuo 2019 derivante dalle medesime attività superiore ad euro 5.000
Titolari di partita IVA attiva e iscritti alla Gestione Separata.
Per poter usufruire del bonus Inps previsto dal decreto ristori i lavoratori, non devono risultare titolari di altro contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato o titolari di pensione.

Anche per i dipendenti a tempo determinato del settore del turismo e degli stabilimenti termali, è riconosciuta una indennità onnicomprensiva pari a 1000 euro. I requisiti necessari per questi lavoratori sono:

titolarità nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 27 ottobre di uno o più contratti di lavoro a tempo determinato nel settore del turismo e degli stabilimenti termali. Durata complessiva di almeno trenta giorni.
titolarità nell’anno 2018 di uno o più contratti di lavoro a tempo determinato o stagionale nel medesimo settore, di almeno 30 giorni.
assenza di titolarità, al momento dell’entrata in vigore del decreto, di pensione e di rapporto di lavoro.
Bonus rosa: cos’è
Il bonus rosa è stato annunciato dalla Catalfo, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Secondo le parole della ministra, nella legge di bilancio 2021, è stato inserito un provvedimento che riconosce fino a 24 mesi di bonus sgravio contributivo totale per le imprese che assumono donne disoccupate a tempo indeterminato.

Un bonus che va alle imprese ma di cui beneficeranno le donne. Se prima incontravano maggiori ostacoli nelle assunzioni, con l’attuale crisi economica, data dalla pandemia mondiale tuttora in atto, le donne vedono le loro possibilità assottigliarsi ancora di più. Incentivo, quindi volto a favorire l’occupazione femminile e a rilanciare il PIL.

L’intenzione sarebbe di riconoscere il bonus, come sgravio fiscale del 100% per le imprese. Condizione necessaria è l’assunzione a tempo indeterminato, di donne disoccupate al Sud. Mentre sul territorio nazionale l’assunzione, sempre a tempo determinato, deve riguardare le donne disoccupate da almeno 24 mesi.

Non si prevede pertanto per questo bonus rosa, l’invio di una domanda ne requisiti specifici, se non lo stato di disoccupazione femminile. Le imprese saranno chiamate ad investire sulle donne e per chi aderirà sono previsti 3 anni di decontribuzione al 100%.

Bonus 110% per la casa
Il superbonus 110% che prevede un risarcimento oltre il totale delle spese sostenute per il rifacimento di edifici e abitazioni. Previsto nella legge di bilancio e confermato per tutto il 2021 dal viceministro Castelli. Inoltre per le case popolari il bonus green, come è stato rinominato, arriverà fino al 2022.

Si tratta di un bonus complesso, che prevede la cessione del credito al sistema bancario ed è composto da più parti. fruibili separatamente o cumulativamente.

Il bonus ristrutturazioni, prevede detrazioni del 50% per lavori di edilizia per una spesa massima di 96mila euro. Si rivolge quindi a tutti i lavori di manutenzione straordinaria e ristrutturazione. Qualora interessino l’intero edificio vengono estesi anche alla manutenzione ordinaria.

Bonus mobili: Anche qui le detrazioni sono del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici in classe A, destinati ad immobili oggetto di ristrutturazione straordinaria. Tetto massimo di spesa riconosciuto, 10mila euro.

Bonus facciate: Qui scompaiono i limiti di spesa e le detrazioni arrivano al 90% per il rifacimento delle facciate degli edifici.

Eco-bonus: Riguarda le riqualificazioni energetiche, che beneficeranno di detrazioni pari al 50% per infissi, biomassa e schermature solari. 65% per gli altri interventi. Le soglie massime di spesa sono diverse in base all’intervento.

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