INPS, Naspi: tolta la proroga

Naspi 2020 proroga saltata nel decreto ristori. Dal decreto di agosto si continuano a ricevere, come riporta trendonline.com, proroghe per i lavoratori che si sono ritrovati a casa e con i pagamenti in ritardo. Dopo il DPCM del 24 ottobre si attendeva un’ulteriore proroga che permettesse ai datori di lavoro di continuare a mantenere il regime di sovvenzione statale per i dipendenti. Ma, per ora, nessun mese aggiuntivo alla Naspi. Prolungato invece il blocco licenziamenti fino al 31 gennaio 2021.

Con le misure adottate dal governo nel decreto ristori, come proroga REM e cassa integrazione, si potevano ipotizzare anche due mensilità aggiuntive per le Naspi scadute tra il 1 luglio e il 31 agosto. Invece così non è stato e le motivazioni sono ancora da chiarire. Si pensa che il provvedimento di proroga sia solo rimandato. Intanto l’Inps annuncia i pagamenti Naspi di ottobre entro il 10 novembre.

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Naspi: perché è saltata la proroga

Nel decreto ristori quindi non si trova spazio per la proroga Naspi, attesa ed auspicata da molti lavoratori e imprese. Il perché rimane abbastanza incerto. Non avendo ricevuto risposte ufficiali si possono solo avanzare ipotesi. La più accreditata consiste nel ritenere probabile una proroga Naspi solo rimandata al prossimo DPCM. Nel decreto approvato in questi giorni, si è puntato in velocità all’emissione di ristori per le attività penalizzate dall’ultimo DPCM che vede la chiusura di palestre e centri sportivi, ma anche orari ridotti per bar, ristoranti, pizzerie e simili.

Niente Naspi quindi, ma il decreto ristori prevede altre proroghe come quella per il reddito di emergenza e per la cassa integrazione. Nello specifico il reddito di emergenza verrà prorogato per ulteriori 2 mesi ai nuclei familiari già percettori. Non è pertanto necessario inoltrare ulteriore domanda, perché sarà l’Inps a provvedere al versamento in maniera automatica.

Per la cassa integrazione invece, si sono aggiunte ulteriori 6 settimane, per chi vedeva terminare il periodo riconosciuto dal decreto di agosto, a metà novembre. Le settimane aggiuntive saranno fruibili dal 16 novembre al 31 gennaio 2021.

Naspi 2020: a chi spetta

La Naspi è un’indennità di disoccupazione per i lavoratori che hanno perso involontariamente il lavoro, ovvero non devono essersi licenziati. I beneficiari di questo sussidio sono i lavoratori dipendenti, compresi apprendisti e soci di cooperative. Esclusi dalla Naspi sono i lavoratori della pubblica amministrazione e gli operai agricoli, per i quali sono previste forme diverse di indennità.

Vediamo i requisiti necessari per avere accesso al sussidio di disoccupazione Inps. A differenza di altre forme di sostegno e sussidi, per la Naspi i requisiti sono solo 3: disoccupazioni per cause indipendenti dalla propria volontà; aver versato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti all’invio della domanda; aver lavorato almeno 30 giorni negli ultimi dodici mesi.

I lavoratori dipendenti che hanno tutti i suddetti requisiti possono, in caso di perdita del lavoro involontaria, inoltrare domanda per ricevere la Naspi.

Per poter rendere valida la domanda di Naspi occorre aver dichiarato al centro per l’impiego la propria immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa e partecipare a misure di politica attiva del lavoro.

Anche se un requisito fondamentale per la Naspi è la perdita di lavoro involontaria, esistono alcune eccezioni che permettono al lavoratore di richiedere la Naspi anche se si sono presentate dimissioni volontarie. Come in caso di dimissioni per giusta causa o per risoluzione consensuale.

Ulteriore caso di Naspi per dimissioni del lavoratore si ha per rifiuto del dipendente al trasferimento ad altra sede dell’azienda che disti oltre 50 km dalla residenza del lavoratore.

Naspi e bonus 600

La Naspi in questi mesi ha subito delle limitazioni in virtù dell’accesso ad altra forme di sussidi erogati dall’Inps ai lavoratori in difficoltà. Come ad esempio l’esclusione dall’indennità Naspi per i percettori del bonus Inps di 600€.

Quindi non spetta l’indennità Naspi a chi ha beneficiato delle indennità di 600€ previste agli articoli 27, 28, 29 e 30 del decreto cura italia, Ovvero i professionisti, collaboratori, lavoratori del turismo, agricoli e dello spettacolo.

La Naspi entra in conflitto anche con alcuni sussidi previsti dal decreto rilancio. Nello specifico quelli contemplati agli articoli 84 e 85, che trattano il bonus di 600€ rivolto a lavoratori domestici e lavoratori sportivi.

Per queste categorie la richiesta di Naspi è incompatibile se si è beneficiato dei suddetti bonus, in tal caso si ritiene misura sufficiente per il lavoratore l’erogazione dei sussidi previsti dai bonus.

Inps e Naspi

La domanda di indennità Naspi va inoltrata alla sede territoriale Inps di competenza del lavoratore. La richiesta viene interamente gestita dall’istituto e le comunicazioni vengono inoltrate al lavoratore stesso.

Nei mesi passati l’Inps ha rilasciato un messaggio INPS 1286/2020 dove si spiegano le nuove modalità e i termini per presentare la domanda di Naspi per chi ha cessato il lavoro in modo involontario tra il 1 gennaio 2020 e il 31 dicembre 2020.

Per gli eventi di cessazione involontaria dei rapporti di lavoro intervenuti a fare data dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2020, il termine di presentazione delle indennità Naspi e DIS-COLL è prorogato di ulteriori 60 giorni, con il conseguente ampliamento del termine ordinario da 68 giorni a 128 giorni, decorrente dalla data di cessazione involontaria del rapporto di lavoro.

Per le domande di disoccupazione agricola in competenza 2019 da presentarsi nell’anno 2020, il termine di presentazione è prorogato al 1° giugno 2020; pertanto, le domande di disoccupazione agricola, saranno considerate validamente presentate anche dopo il 31 marzo 2020 e fino al giorno 1° giugno 2020.

Dal mese di aprile 2020 l’Inps ha eliminato il modello SR163. Si tratta di un modulo in cui si vanno ad inserire i riferimenti bancari del beneficiario Naspi, certificati dall’istituto di credito, che il conto su cui si verseranno i soldi sia intestato effettivamente al lavoratore che inoltra a domanda.

Quanto dura la Naspi

La durata della Naspi varia in base ai mesi contributivi del lavoratore. E’ corrisposta per un numero di settimane pari alla metà delle settimane di contribuzione degli ultimi quattro anni, fino ad un massimo di 24 mesi.

Il calcolo della durata Naspi si fa pertanto in settimane, anche se poi l’indennità viene erogata mensilmente. Il limite massimo, indipendentemente dai contributi versati, è di 24 mesi, ossia 2 anni. Dopodiché l’indennità cessa.

Ai fini del calcolo della durata della Naspi, non sono computati i periodi di contribuzione che hanno già dato luogo a erogazione di prestazioni di disoccupazione. Analogamente non è computata la contribuzione che ha prodotto prestazioni fruite in unica soluzione in forma anticipata.

I periodi di fruizione della Naspi sono coperti da contribuzione figurativa, come specificato dalla circolare Inps 12 maggio 2015, n 94..

Naspi: come richiederla online

La domanda per la Naspi può essere inoltrata all’Inps tramite Caf e patronati autorizzati, tramite contact center INPS numero verde 803164 gratuito da fisso e 06164164 da mobile.

Il metodo più economico e semplice è inoltrare la domanda Naspi online. E’ bene specificare che in caso di presentazione tramite caf, questo tratterrà mensilmente una percentuale sull’importo della Naspi. Pertanto se possibile è sempre più economico procedere con la richiesta telematica tramite portale Inps. In caso invece di difficoltà o incomprensioni rivolgersi al Caf preclude errori che possono causare il blocco o peggio il rigetto della domanda.

Un ulteriore agevolazione per l’invio online è la domanda precompilata. Infatti in qualche caso l’Inps crea un modulo precompilato con i dati del richiedenti a disposizione dell’istituto.

Per accedere al portale ed effettuare la domanda di Naspi, è necessario essere in possesso dello Spid, ovvero il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Per ricevere le credenziali Spid sono necessari alcuni giorni, quindi è preferibile effettuare prima la richiesta per lo spid e poi inoltrare la domanda.

Quando si perde la Naspi

Si perde diritto alla prestazione se il beneficiario:

perde lo stato di disoccupazione;
inizia un’attività di lavoro subordinato, di durata superiore a sei mesi
non comunica, entro un mese dalla domanda della Naspi, il reddito annuo che presume di trarre da uno o più rapporti di lavoro subordinato part-time rimasti in essere all’atto di presentazione della domanda di Naspi
inizia un’attività lavorativa autonoma o parasubordinata senza comunicare all’INPS il reddito annuo presunto entro un mese dal suo inizio
raggiunge i requisiti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
acquisisce il diritto all’assegno ordinario di invalidità e non opta per l’indennità Naspi.


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