Oggi calendarizzazione sulla situazione dei cimiteri capitolini

Il Partito democratico ha sollecitato la convocazione di un Consiglio tematico per affrontare la situazione dei cimiteri della capitale.

Il presidente dell’Assemblea Capitolina, Marcello De Vito, in una nota ha dichiarato che oggi 22 aprile, nella Capigruppo, saranno calendarizzate date e altri temi, come Farmacap.
Nella nota si legge inoltre che per il 28 aprile è già in calendario il consiglio straordinario sull’Applicazione delle disposizioni in materia di concessioni di posteggio su aree pubbliche, nel quadro del Decreto Rilancio.
Anche il consiglio straordinario per la Prevenzione della sicurezza e recupero aree abbandonate, Parco della Madonnetta, sarà tenuto nella stessa data del 28 aprile.

La condizione critica dei cimiteri capitolini già dalla fine di marzo era salita alle cronache, sollevando accuse da più parti.
L’aumentare dei decessi, anche e soprattutto per effetto della pandemia, ha gettato il settore nel caos. Ritardi accumulati e scarsezza di personale, ricadono sui cittadini che ne pagano in prima persona il disagio.

Operatori funebri: situazione cimiteriale capitolina in ko.

Le pratiche restano in attesa per settimane, un disservizio che non fa che aggiungere dolore alle famiglie.
L’Ama spiega il quadro dell’aggravarsi della situazione sottolineando che i decessi sono purtroppo aumentati in maniera esponenziale e che si lavora cercando di colmare le lacune.
L’AMA S.p.A. è la società che gestisce per conto di Roma Capitale la raccolta, il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ma anche l’espletamento dei servizi cimiteriali nel territorio di Roma.

Il caos nei cimiteri della capitale

Pratiche bloccate, alle quali nessuno fornisce risposte. Le salme rimangono oltre i tempi normali nei depositi in attesa di un loculo e dell’autorizzazione per la cremazione, le sepolture che vanno a rilento. Tutto si accumula e rende impossibile lo scorrimento delle attività cimiteriali. L’incremento della mortalità causa il blocco di tutto il sistema.

Indignazione delle agenzie funebri

Gli operatori funebri parlano ormai di un sistema che sta collassando. “Le famiglie aspettano e l’Ama – accusano – si nasconde dietro l’emergenza Covid. Non si può più lavorare così, occorrono risposte”, dicono.
Damiano Paternò dei Servizi Funebri Tranchina, spiega che la situazione è così grave che gli altri cimiteri ai quali ci rivolgiamo per le cremazioni ci attaccano in faccia quando sanno che veniamo da Roma. Non vengono smaltite le pratiche e manca il personale. Ama non sta facendo nulla per sopperire a questa situazione”.

Smart working

Gli effetti delle restrizioni sanitarie hanno determinato la chiusura al pubblico degli uffici del Verano, dove vengono lavorate le pratiche cimiteriali.
“I telefoni squillano a vuoto e non sono espletate le pratiche. Le nostre email non vengono lette bensì deliberatamente ignorate”, racconta indignato Paternò.
Un altro operatore delle onoranze funebri si aumenta e racconta: “Tutti i forni crematori, da Civitavecchia a Grosseto, ci stanno con il fiato sul collo per capire quando potranno cremare le salme. Una è li da quasi un mese”. Poi aggiunge che dietro tanto disagio c’è il dolore delle famiglie per qualcuno che non c’è più.

Pochi seppellitori

Non c’è solo il rallentamento della macchina burocratica, delle “pratiche”. Manca personale per le sepolture, che vanno a rilento. Rispetto al passato, si deve fare i conti con un numero crescente di decessi.
I contratti dei lavoratori interinali, di supporto al personale Ama dei seppellitori, scade e passano settimane prima che si integri il vuoto con altre presenze. Questo determina il collasso del cimitero.
Al Flaminio non sono sufficienti gli operatori. Un addetto ai servizi racconta: “Tra inumazioni ed esumazioni, tumulazioni ed estumulazioni, si provvede a svuotare la camera mortuaria, la chiesa e il garage, strapieni di bare. Ma tornano rapidamente pieni”.
Spiega inoltre: “Le agenzie tutti i giorni aspettano ore per una funzione. Il cimitero è in una situazione da terzo mondo: mezzi scadenti ed inadeguati, guasti continui e personale insoddisfatto, oltre alle strutture fatiscenti. A Roma anche il rito per l’ultimo saluto è un calvario”.

La difesa di Ama

Dall’Ama dicono che stanno facendo il possibile e facendo numeri, il direttore dei cimiteri di Roma, Fabrizio Ippolito spiega che da ottobre a febbraio, rispetto allo scorso anno, ci sono stati 4.330 decessi in più. Se la tendenza resta invariata, per fine anno arriveremo a 38 mila decessi.

Ippolito in commissione capitolina Trasparenza ha presentato l’aggiornamento a marzo 2021 della situazione dei cimiteri.
Il documento mostra che 2020 sono state eseguite 15 mila cremazioni, per il 2021 l’obiettivo è arrivare a 17 mila. Ci sono poi le “pratiche”, la documentazione e quant’altro, nei soli mesi di gennaio e febbraio ne sono state istruite più di 830 e la previsione per l’anno è di 19 mila. Aumentai i posti nella camera mortuaria del Flaminio, mentre al Verano è utilizzata una galleria da 300 posti.

Ama sta cercando di risolvere le difficoltà e ha già avviato un avolo con gli operatori. Ha poi ricordato Ippolito che grazie all’investimento di 2 mln di euro ricevuti dal Comune sarà riaperto il cimitero Laurentino, dove realizzare due campi inumazione e aumentare da 6 a 9 le linee del forno crematorio del Flaminio.

3 anni di ritardo

Il Comune è in ritardo di almeno 3 anni sui cimiteri. Dalla giunta del 2017, che indicava la priorità di nuovi impianti di cremazione e di aree per la sepoltura, non è cambiato nulla.
La capogruppo in Campidoglio della Lista Civica Roma Torna Roma, Svetlana Celli, e il presidente della commissione capitolina Trasparenza, Marco Palumbo hanno attaccato l’inerzia del Comune. “Gli operatori sono costretti a lavorare nel caos, senza organizzazione e programmazione, sono saltate completamente l’ordinaria amministrazione e la normale gestione delle sepolture.
Hanno inoltre aggiunto: “Appaiono del tutto insufficienti le risorse destinate dalla Giunta Raggi per i cimiteri, che da ormai cinque anni soffrono incuria e abbandono: appena 2 milioni di euro, di gran lunga inferiori a quelli stimati nella vecchia memoria di Giunta”.
Hanno concluso accusando la giunta Raggi dell’attuale collasso del settore, sottolineando che i disagi ricadono sui cittadini.


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