Politica. Berlusconi stampella del Governo o opportunismo politico?

La scena politica italiana vede Silvio Berlusconi che con una lettera alla Stampa offre collaborazione e sostegno al governo. Lo fa comunque chiedendo il rispetto delle garanzie costituzionali al fine di cessare il continuo ricorso ai DPCM che comunque non hanno portato ne accelerazioni, ne efficienza decisionale, provocando di fatto una ulteriore spaccatura con le opposizioni in un momento, quello dell’emergenza Covid, di necessaria collaborazione fra le parti.

La lettera del leader di Forza Italia ha suscitato reazioni scettiche da parte degli alleati di centrodestra, mentre ha suscitato consensi nella maggioranza.

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Le reazioni

Italia Viva

Il deputato Michele Anzaldi, vede nella lettera di Berlusoni non solo un messaggio ai suoi alleati, ma anche un anticipare i tempi. Secondo il deputato, sembra essere una richiesta di dichiarazione di fine emergenza, che fermerebbe di fatto questo continuo ricorso ai Dpcm (ndr. cosa molto criticata dalle opposizioni), e che porterebbe di fatto ad uno stop totale della macchina ed all’inevitabile entrata a gamba tesa dei giochi di palazzo.

Insomma secondo il deputato di Italia viva, «sono tutti movimenti sulla pelle degli italiani, mentre c’è il rischio concreto che a settembre non si riesca a riaprire le scuole e ci si è sbarazzati anche dell’Anac». 

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Liberi e Uguali

Per Stefano Fassina (Leu), la lettera di Berlusconi alla Stampa «esprime il suo essere sinergico alla maggioranza in un orizzonte che, senza mettere limiti alla sua prospettiva, potrebbe portarlo a ipotizzare anche un ruolo nel governo».

Questo, non si tratta altro che di «una rivendicazione di protagonismo che si è già manifestata nella definizione dei provvedimenti di politica economica come lo scostamento di bilancio in pandemia, negli interventi di Renato Brunetta in Parlamento e nell’assistenza esterna al governo anche in un ottica di definizione della nuova legge elettorale». E prosegue: «non mi stupisce la lettera di Berlusconi perché rientra in un suo percorso di avvicinamento. È un doppio equilibrio che vede Forza Italia alleata di Salvini e Meloni per il voto regionale e sinergica alla maggioranza a livello nazionale. È intelligente politica del “doppio forno” che consente a Berlusconi di mantenere un profilo autonomo rispetto alla Lega e a Fratelli d’Italia».

Fratelli d’Italia

Walter Rizzetto, da parte sua, sostiene che «siamo sempre disponibili a un confronto con la maggioranza purché avvenga in Parlamento. Abbiamo presentato al governo tutte le nostre proposte più sensate, ma poi se non si va nelle commissioni e in aula non capisco di quale collaborazione si parli». Inoltre «è paradossale che per le famigerate task force Conte non abbia scelto nessuno tra mille deputati e senatori. Berlusconi è da tempo che manda questo tipo di messaggi, ma va definito l’alveo per realizzare questa forma di cooperazione». E cioè «i parlamentari della maggioranza vengano nelle commissioni e Conte in aula e ne parliamo. Fratelli d’Italia ha votato per lo scostamento di bilancio. La nostra collaborazione c’è sulle cose utili agli italiani ma deve passare dall’aula. Basta con la barbarie di governare a colpi di Dpcm. Non si può più vedere un esecutivo che chiede aiuto e poi mette la 22^ fiducia sul decreto Rilancio. Conte deve venire in aula se vuole la proroga dello stato di emergenza o altri provvedimenti in un momento ancora drammatico di pandemia».  

Lega

Claudio Durigon, deputato e responsabile del Dipartimento Lavoro della Lega, dichiara «noi non abbiamo mai fatto ostruzionismo fino a quando non ci siamo trovati davanti a una posizione di chiusura totale da parte di Conte. Siamo sempre pronti a fare la nostra, ma di fronte abbiamo un muro di gomma che respinge le nostre proposte e le stigmatizza pure. Il governo a parole dice di voler coinvolgere l’opposizione, però poi agisce da solo. Ha ragione Berlusconi a criticare il sistematico ricorso ai Dpcm perché molte cose si potevano fare in Parlamento invece di affidarsi alle televendite all’ora di massimo ascolto del premier con i pieni poteri. C’è bisogno di più unione e se ci ascoltava molti errori sarebbero stati evitati. Deve tornare la fiducia in Italia e per senso di responsabilità siamo pronti a collaborare e a dare il nostro aiuto in caso di una nuova ondata di contagi».

Partito Democratico

La deputata Debora Serracchiani osserva; «Il momento richiede la capacità di tutti di pensare al Paese, Berlusconi critica l’uso eccessivo dei Dpcm e anche il Partito democratico, superata la prima fase dell’emergenza sanitaria, si è adoperato per ripristinare i passaggi parlamentari oggettivamente utili».  Il leader di Forza Italia, «offre collaborazione, ma i suoi compagni di viaggio Salvini e Meloni la pensano diversamente e hanno tenuto un comportamento tutt’altro che collaborativo quando è stata chiesta cooperazione sui decreti Cura Italia e Rilancio. La mancata collaborazione della Lega e di Fratelli d’Italia è un dato di fatto. Berlusconi dovrà fare chiarezza sul centrodestra perché la coalizione ha un volto unitario quando si tratta di presentarsi alle elezioni regionali e un altro nella politica nazionale».  


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