Pulciani: “Il reddito di cittadinanza è stato un fallimento”

La posizione di Fratelli d’Italia sul reddito di cittadinanza è nota da sempre, essendo stata l’unica forza politica in Parlamento, che non ha mai votato a favore del reddito di cittadinanza. Ma ad oggi  a poche settimane dal voto, con FdI favorito nei sondaggi, assume un peso maggiore la sorte di questo sostegno di Stato. Nel programma elettorale del centrodestra, in relazione al reddito di cittadinanza si parla di: “Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”. “Fratelli d’Italia, parte da un concetto chiaro e cristallino  -spiega l’avv. Paolo Pulciani candidato alla Camera Collegio Lazio 2- che uno Stato giusto non debba mettere sullo stesso piano chi può lavorare e chi non può farlo. Il reddito di cittadinanza è costato circa  9 miliardi l’anno allo Stato ed è stato un fallimento totale, aveva l’obiettivo di contrastare la povertà in Italia, al contrario questa ha raggiunto i massimi storici. L’applicazione del reddito di cittadinanza, ha presentato numerose falle che hanno agevolato le truffe a scapito dello Stato. Pertanto c’è da considerare un doppio fallimento non solo come inefficace strumento di lotta alla povertà, ma anche  come misura di politica attiva del lavoro visto che pochissimi dei percettori sono stati assunti e hanno trovato un lavoro dignitoso”. In una visione di efficienza e funzionalità di uno Stato vicino ai più fragili, FdI riformula e rende dinamico lo strumento del reddito di cittadinanza, dandogli una finalità che contrasta realmente la povertà. “Un’efficiente strumento di tutela –continua Pulciani- serve per chi non è in condizione di lavorare: over 60, disabili, famiglie senza reddito che hanno dei minori a carico, e puntare contestualmente sulla formazione di chi può lavorare e sugli incentivi alle imprese per assumere queste persone. Se si vuole  combattere ed abolire la povertà, l’unico modo  è consentire a chi è in una condizione difficile di migliorare quella condizione”.

 

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