Riflessioni, un anno chiamato COVID-19

di Antonio Di Stefano


Come ricorderemo quest’anno 2020 chiamato Covid 19 (Coronavirus )?

Cosa resterà di questo brutto periodo chiamato Coronavirus, le attenzioni per essere distanziati da altre persone di circa 2 metri, un’accurata pulizia delle mani, fatta tante volte al giorno, la mascherina per coprirsi naso e bocca e i guanti di lattice per non toccare con le mani nude, tanta amuchina per disinfettarsi.

Gli organi d’informazione sia della carta stampata che delle reti televisive, continuamente emettono bollettini  da ogni Regione d’Italia sulla condizione dei  ricoverati in sovraffollamento negli Ospedali comunicando tutte le difficoltà che ci portando questa Pandemia, la morte delle persone in ogni Regione è significativa e il numero di giorno in giorno è sempre in aumento, i bollettini invitano a non uscire di casa, solo per le questioni di grande necessità, la spesa al supermarket e la Farmacia.

Prenderemo in prestito una battuta del grande Eduardo De Filippo,  ” ha da passà a nuttata “,  questo per dire che è sempre la notte il periodo di crisi del malato e noi come se fossimo tutti malati aspettiamo il mattino del giorno seguente sperando che il Covid 19 ci abbandoni presto per poterlo mettere nei ricordi storici come la malaria, la peste, ecc…

La primavera è iniziata e alla porte abbiamo l’estate che speriamo possa spazzare via questo triste momento, anche se per tante famiglie c’è stata la perdita di un loro caro. Il sole e il mare saranno una buona possibilità per debellare il Covid 19, tutte le attività commerciali e professionali riprenderanno la loro attività per dare vita alla città.