Roma, “Selam Palace” un caso a se o è solo l’inizio di un incubo?

Qualche giorno fa, a seguito della notizie di due casi di coronavirus al “Selam Palace”, il consigliere Andrea De Priamo, capogruppo di Fd’I, in una nota chiedeva azioni concrete di verifica di tutti gli stabili occupati, sia per la tutela dei cittadini da eventuali contagi, sia per il ripristino della sicurezza nella Capitale.

Breve Storia: ubicato in via Arrigo Cavaglieri nel VII Municipio della Capitale, il Selam Palace – zona Romanina – è una struttura occupata abusivamente da diversi anni (ndr. 2006). Oggi vi risiedono circa 400 immigrati provenienti in prevalenza da Eritrea, Etiopia, Somalia e Sudan. La struttura è nota non soltanto per il grande numero di occupazioni abusive, ma anche per alcune morti sospette, incidenti di varia natura e un caso di suicidio.

On. De Priamo, come dice nella sua nota questa struttura è nella lista degli edifici da sgombrare già dal 2016. Sempre nella sua nota, evidenzia anche il “no” di Pd e M5s agli sgomberi pianificati dalla Prefettura. Tutto questo ci fa sorgere dei dubbi e speriamo possa chiarirceli.

Sappiamo dai media che per arginare il problema sono stati subito mandati sul posto gli uomini delle forze armate, coadiuvate da polizia e carabinieri, per isolare la struttura, avviare i test sanitari e i protocolli del caso.

Per prima cosa le chiediamo, è stato sufficiente e risolutivo questo intervento?

L’intervento di emergenza è stato svolto con professionalità dalle autorità competenti e dalle forze dell’ordine, tuttavia la realtà del Selam è fuori controllo da anni e resta quindi la preoccupazione.

 Torniamo ai nostri dubbi. Da sempre sentiamo che il problema immigrati, essendo un problema di sicurezza, è gestito dal Ministero degli Interni, quindi dalle Prefetture. Siamo sempre al gioco delle tre carte, in questo caso sono coinvolti Prefettura, Regione e Comune.

Di chi è realmente la responsabilità dello sgombero e chi ha veramente l’ultima parola?

Il piano Prefettizio è in carico in prima battuta al Prefetto stesso ed al Questore tuttavia è evidente che non può prescindere dalla Collaborazione con l’amministrazione capitolina.

In questo senso la posizione favorevole ad un rallentamento del piano espressa dai 5stelle, in questo caso affiancati dal Pd in Assemblea Capitolina, non aiuta certo ai fini dell’attuazione del piano.

Quante strutture sono presenti nella lista redatta nel 2016 dall’ex Commissario Prefettizio di Roma, Francesco Paolo Tronca?

Gli immobili individuati da Tronca erano circa 90 ma il suo piano era decisamente irrealistico. Da quelli, successivamente, il Prefetto ha individuato i 25 più urgenti con un piano comunque di sette anni. Incredibile che per pentastellati e sinistra questo piano vada ulteriormente rallentato.

È evidente che lo sgombero comporta comunque il trovare un’altra soluzione abitativa per queste persone; ed è altrettanto evidente che dopo tutti questi anni, con molta probabilità, tutte queste persone, o quasi, siano state regolarizzate.

A parte gli irregolari, che sappiamo bene quale essere la vostra posizione, quale soluzione propone Fd’I per i regolari?

Per i regolari riteniamo corretto che siano prese in carico dai servizi sociali le situazioni di fragilità e che possano avere accesso all’emergenza abitativa. Non condividiamo però alcun tipo di riserva per gli occupanti nella assegnazione delle case popolari.

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