Roma, Torpignattara – La trasformazione digitale si scontra con le “cavità e la burocrazia”

Lavori pubblici e dissesto idrogeologico

Foto 1 – La transennatura primo periodo del cantiere

Una lunga segnalazione ci giunge dal sig. Claudio Paolantoni, che insieme ad altri cittadini sta seguendo la problematica della “digitalizzazione” di via Oreste Salomone a Tor Pignattara. Cosa che ormai da oltre sei mesi affligge il quartiere. Claudio racconta di come nei mesi scorsi Tor Pignattara sia stata sede di massicci lavori di posa dei cavi in fibra ottica ma parlare di digitalizzazione e modernizzazione del Paese stride con la realtà di un cantiere aperto e dedicato proprio al futuro, mentre accanto giacciono cassonetti, ci fa notare Claudio, “ricolmi del nostro perdurante medioevo!”

I lavori sono iniziati il 6 giugno 2022, nel tratto di Via Oreste Salomone tra via Casilina e via Pietro Rovetti, ed ultimati in due settimane con il riempimento degli scavi, tranne un piccolo tratto rimasto aperto davanti al civico 16.

Chiedendo a degli operai si viene a sapere dell’esistenza di una grande cavità che potrebbe essere proprio lì sotto. Così viene coinvolto anche il Dipartimento Protezione Civile di Roma Capitale, insieme a tutti gli altri uffici e dipartimenti competenti. Claudio col suo gruppo di residenti, contattano l’Assessore ai Lavori Pubblici del Municipio V, Maura Lostia, che li informa di seguire la vicenda già da tempo, infatti ci sarebbe stata una riunione già il 15 luglio. Intanto il 18 luglio viene perimetrato un corridoio di circa 40 metri per 5 metri, tutto intorno al cantiere rimasto aperto, e disposto il divieto di sosta.

Foto 2 – Lo stato al 17 novembre 2022

Un sopralluogo congiunto di ACEA e Protezione Civile era previsto per il 3 agosto. Passano le vacanze estive e l’area transennata diviene una discarica, ed i residenti per accedere al portone debbono fare un giro lungo, anche quando hanno dietro valigie e buste della spesa.

Finalmente ai primi di settembre viene fatto un nuovo sopralluogo, in cui Acea avrebbe eseguito dei rilievi con il laser scanner, mappando il sottosuolo e definendo come operare il ripristino. Attività e misure, sia necessarie che propedeutiche alle fasi di progetto di riempimento, ed utili pure a quantificare l’entità dell’opera.

Foto 3 – Il cantiere fermo

Da voci raccolte, si viene pure a sapere che sarebbe emersa la presenza di rovine romane, per le quali sarebbe stata coinvolta la Soprintendenza. Chissà, forse sotto il marciapiedi potrebbe persino esserci una pregiata villa romana, ma intanto … sopra … c’è un cassonetto straripante di monnezza e puzza … I tempi si allungano e qualcuno a suo rischio e pericolo, non ignora le transenne ormai cadute e parcheggia persino all’interno dell’area di cantiere. Intanto ad aggravare il bisogno di parcheggi auto, il fatto che in via Umberto Guarnieri strada senza uscita, ci spiega Claudio, da qualche tempo non è più tollerato il parcheggio a spina e fioccherebbero multe.

Claudio ed altri residenti, chiedono che vengano accolte le loro richieste dagli Amministratori del Municipio V e dal Comune di Roma, richieste che riportiamo di seguito. Che si chiuda il cantiere e venga messa in sicurezza la strada e gli immobili prospicienti, con un particolare attenzione sia al rifacimento del manto stradale che ai marciapiedi, verificando l’integrità del raccordo fognario, dato che si avvertono forti cattivi odori. Poi che i residenti vengano informati ed aggiornati in maniera costante dello stato dell’arte, e che si approfitti di questi lavori per ridare un minimo di dignità estetica ai tanti marciapiedi dissestati e infestati, trascurati pure dalle normali operazioni di spazzamento. Inoltre Claudio propone, che i secchioni vengano lasciati dove si trovano ora temporaneamente, cioè agli angoli di via Pietro Rovetti e di via Casilina, in maniera che siano distanti dalle finestre, e restino davanti ad un muro di cinta, da una parte, e dall’altra, davanti ad un marciapiede larghissimo e senza finestre.

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