San Lorenzo, che fece per viltade il gran rifiuto

Una seria e dilagante piaga che affligge da anni il quartiere tiburtino di San Lorenzo è il problema dei rifiuti urbani. In quasi tutta l’area sono assenti i cassonetti della spazzatura. Questo perché, come delineerebbero i progetti sulla gestione dell’immondizia intrapresi in passato, dovrebbero essere presenti privatamente in ogni condominio o smaltiti in isole mobili. Tuttavia, qualora si manifestassero problemi di coordinazione o smaltimento, il servizio resterebbe scoperto e i residenti si troverebbero invasi da montagne di spazzatura. Infatti la situazione è proprio questa. Trattandosi poi di una zona ad altissima concentrazione di b&b, attività commerciali, locali e presenze turistiche, grazie anche alla vicinanza con la stazione Termini, necessiterebbe di una maggior cura nella gestione del tema.

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Il quartiere subisce un importante flusso giornaliero di attraversamento, che tra studenti, lavoratori, e movida notturna, fa aumentare la popolazione di San Lorenzo. E così, si possono ammirare tappeti di sacchetti abbandonati perché materialmente non si sa dove collocarli. Tutto ciò rappresenta una gran seccatura e genera un malcontento figlio di anni di problemi seri sul fronte rifiuti. Infatti, per spiegare questa situazione bisogna risalire all’amministrazione comunale di Ignazio Marino, che, insieme alla Presidente del II Municipio, Francesca Del Bello, propose il progetto di raccolta differenziata “porta a porta” nel luglio 2015 e lo avviò a settembre dello stesso anno; in seguito furono accusati di aver realizzato quest’idea in maniera poco adeguata: cortili e androni continuavano ad essere invasi dai rifiuti poiché l’Ama, la società capitolina che si occupa della raccolta-trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani, non passava a sufficienza a ritirare i rifiuti per carenza di mezzi e operatori.

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Dopo quasi tre anni dall’avvio del fallimentare disegno del “porta a porta”, si provò a fare un secondo tentativo sposando un nuovo progetto, sempre a cura della minisindaca Francesca Del Bello: quello delle “isole mobili”, ossia camioncini Ama per il conferimento dei rifiuti, attivi in orari prestabiliti. Questa iniziativa sarebbe dovuta partire a gennaio 2018, con annessa campagna di sensibilizzazione dei cittadini per spiegare come si differenziano i rifiuti in casa. Questo programma non ha preso piede e nel luglio 2019 l’Amministrazione Raggi ci riprovò, promettendo le cosiddette “domus light”, strutture modulari leggere per la custodia dei bidoncini, a servizio di tutto il quartiere. Nonostante grandi parole e progetti che sembravano destinati a risolvere tutti i problemi legati alla gestione del problema, a distanza di cinque anni ci si ritrova di fronte alla stessa situazione di degrado.

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Purtroppo nessuna delle idee pensate e messe in pratica ha riscontrato il successo sperato e ora nel quartiere di San Lorenzo regnano proteste continue. Le strade continuano ad essere ricoperte di spazzatura e i malcapitati residenti continuano a convivere con il cattivo odore e lo spiacevole scenario. “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior” cantava De André, in una delle sue più belle canzoni. È auspicabile che questa situazione di degrado, in cui tutti sembrano aver perso le speranze, si riesca con l’impegno sociale e politico a ribaltare. Ma del fiore dell’impegno civico sembra, almeno finora, che non si sia piantato nemmeno il seme.


Foto di Kaboompics – Pexels

 

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