Superbonus 110%, cosa si rischia con i controlli del Fisco

Una struttura di controlli dettagliati per reprimere qualsiasi violazione di richieste illegittime del superbonus 110%: è questo il piano che sta predisponendo l’Agenzia delle Entrate, con l’idea di portare il Fisco a condurre verifiche sulle cartelle dei contribuenti, con possibile durata anche fino a 8 anni.

L’Agenzia delle Entrate metterà sotto la lente soprattutto le opzioni per la cessione e lo sconto in fattura: il fornitore che ha applicato lo sconto o i cessionari che hanno acquistato il credito d’imposta potrebbero anche incorrere in sanzioni serie. In particolar modo, si temono possibili furberie compiute su cessione e sconto in fattura. Di fronte a un caso di concorso nella violazione, il fornitore o cessionario compiacente parteciperebbe in modo solidale.

ISCRIVITI AL GRUPPO FACEBOOK PER RESTARE SEMPRE AGGIORNATO

LEGGI ANCHE – Superbonus 110%, cos’è e come funziona

Ma cosa si rischia? La misura sanzionatoria andrà dal 100% al 200% dei crediti inesistenti utilizzati. I controlli fiscali nel caso delle detrazioni del 110% da parte del beneficiario seguiranno l’iter classico. Di norma, l’Agenzia delle Entrate si occupa di controllare la parte documentale, ma in questo caso le indagini si allargheranno anche oltre le verifiche fiscali, includendo situazioni sospette per cui avrà l’obbligo di inoltrare eventuali atti alle Procure.

Spetterà poi ai magistrati il compito di indagare sull’eventuale reato di indebita compensazione di crediti non spettanti o addirittura inesistenti. Una volta controllata la posizione e rilevata il mancato possesso anche di parte dei requisiti, il Fisco deve procedere al recupero dell’importo equivalente. Coloro che avranno goduto illegittimamente degli incentivi dovranno pagare la somma portata in detrazione, maggiorata di interessi e sanzioni.

LEGGI ANCHE – INPS, Reddito di Emergenza arriva proroga e superbonus esteso: valanga di emendamenti al Decreto Rilancio

Ricordiamo che si può usufruire del superbonus con due modi alternativi. Come sottolineato da QuiFinanza:

“I soggetti che sostengono, negli anni 2020 e 2021, spese per gli interventi ammessi possono:

  • sfruttare lo sconto direttamente, anticipando l’importo e poi ottenendo il rimborso
  • beneficiare di un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, fino a un importo massimo pari al corrispettivo stesso, anticipato dai fornitori che hanno effettuato gli interventi, d’intesa con i fornitori stessi e da questi ultimi recuperato sotto forma di credito d’imposta, di importo pari alla detrazione spettante;
  • cedere un credito d’imposta di pari ammontare ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari.”
Recent Posts