Tor Pignattara, Roma: “Arte d’amore marziale”

Talenti di quartiere – Tor Pignattara Roma

” Arte d’amore marziale “

In ogni quartiere ci sta sempre qualcuno che va oltre la speculazione e dona ai più bisognosi quello che può. Aldo Colarossi pratica e insegna judo a Tor Pignattara. Gestisce la palestra L’Acquedotto. La palestra è frequentata da alcuni ragazzi del quartiere e per lui oltre ad essere una grande passione è, seppur secondaria, anche una fonte di sostegno economico. Tra i ragazzi che frequentano la palestra ce ne sono alcuni che hanno seri problemi economici ed a volte anche familiari e lui li fa allenare gratuitamente, ma … Venuti a conoscenza di questa forma di solidarietà abbiamo deciso di contattarlo e portare a conoscenza del quartiere la generosità ed il buon cuore di questo ragazzo e gli abbiamo chiesto di parlare di se delle “sue” esigenze e perché fa questo:

La disciplina che insegno è praticata in palestra da bambini e ragazzi. Le fasce di età sono 3-6 anni, 6-12 e dai 12 in poi. Attualmente, tra piccoli e grandi, vi sono ragazzi che hanno evidenti problemi, sia familiari che economici. A tal proposito ho deciso di adottare la gratuità per loro, non li faccio pagare, li aiuto!

Perché fai questo Aldo?

“Per me è importante portare avanti questo progetto per dare una formazione e un’educazione ai ragazzi, con spirito sportivo e legalità. Tutto questo viene fatto con lo scopo di condividere un momento sano tutti insieme, per migliorare questo quartiere e integrare anche culture diverse dalle nostre. In particolare, questi ragazzi che non faccio pagare, se non venissero qui sarebbero lasciati al loro destino con la seria possibilità di divenire futuri delinquenti.”

Da questa attività hai dei ricavi, molto esigui da quanto ne sappiamo, e ci chiediamo come fai a sostenere le spese di affitto ed altro.

” Il problema oggi non sono i ragazzi che non pagano, ma le restrizioni Covid che in base ai mq a disposizione possono allenarsi solo un tot di bambini e/o ragazzi e questo mi costringe a dare priorità a chi paga, lasciando indietro chi questa possibilità non ce l’ha. Ho a disposizione 100 mq e la struttura può ospitare solo 10 bambini o ragazzi a turno. Ogni turno comporta una spesa di affitto predefinita, dunque, per questi motivi non ho la possibilità di prendere più ragazzi. “

Questo significa che hai abbandonato questi ragazzi?

” Assolutamente no! Anche se mi trovo in seria difficoltà per questo, le attività le facciamo comunque affrontando e superando tutti i problemi che ne conseguono. “

Come potresti risolvere questi problemi?

” Qui le Istituzioni potrebbero fare molto. Quello che vorrei chiedere loro è un posto, anche solo per una volta a settimana, per svolgere questa attività gratuitamente, permettendo così di accogliere più ragazzi e magari più istruttori anche di discipline sportive diverse. Ci sono molti locali abbandonati e in disuso nella zona, potendo avere un incontro con l’Assessore alle Politiche Sociali o allo Sport, e perché no, anche con il Presidente del Municipio, potrei indicargli alcuni locali e verificare con loro la fattibilità di questo mio progetto/idea. Nel quartiere ci sono molti ragazzi che hanno le stesse problematiche di quelli che già ospito, con un locale a loro riservato potrebbero raddoppiare e chissà, forse si potrebbe fare qualcosa di ancor più grande, la solidarietà non ha confini, non deve avere confini … “

Cosa vuol dire per te tutto questo?

Per me questo è lavoro, ma non solo! Il mio sogno è quello di vedere questi ragazzi realizzati attraverso il sacrificio e l’impegno che lo sport insegna, anche in altre cose. Non tutti possono diventare campioni o atleti; non tutti hanno questa predisposizione. Però tutti possono fare bene nelle proprie azioni future attraverso lo sport. Magari c’è chi diventerà avvocato, chi ingegnere, chi dottore o semplice operaio o impiegato, ma l’importante per me è che conoscano sempre la strada del sacrificio.

Un tuo sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è quello di vedere un giorno un nostro bambino diventato ragazzo e uomo alle Olimpiadi e magari diventare campione olimpico. Sarei orgoglioso di poter dire che dal V Municipio e dalla nostra amata Tor Pignattara è uscito fuori un grande atleta. Tuttavia questo non è l’essenziale; vincere a tutti i costi non è importante. Quello che è importante è il rispetto delle regole, il senso del sacrificio, riuscire a integrarsi nella società e aiutarsi reciprocamente. Siamo un’ottima comunità, ci aiutiamo tra noi. Siamo felici del lavoro che stiamo facendo e di aiutare queste persone; peccato che le restrizioni da pandemia ci portano ad aiutarne pochi. Speriamo di poter fare di più, anche per i prossimi centri estivi ospiteremo dei bambini gratuitamente per fargli passare una bella e ricca esperienza con tutti gli altri”.

Nota di redazione:

Auguriamo ad Aldo di poter ottenere dalle Istituzioni gli aiuti che chiede e auspichiamo che questa pubblicazione possa fare da cassa di risonanza a queste richieste al fine di poter aiutare sempre più bambini e ragazzi del quartiere in difficoltà.

(Foto inviate da Aldo Colarossi)