Com’è andata davvero la visita a Lampedusa di Meloni e von der Leyen

Una visita lampo, (la visita del dottore) come dice un detto popolare per significare che la permanenza è stata proprio ridotta al minimo. L’hotspot ripulito e svuotato e con un paio d’ore tutto era già finito. La visita delle due leader è durata ancor meno di quanto si prevedesse. Arrivate alle 10 circa, alle 11,20 erano già tornate in aeroporto.

Accoglienza “calda”

Non c’è stata una calda accoglienza per Meloni e von der Leyen, ma piuttosto un’accoglienza calda. Alcune decine di cittadini lampedusani hanno infatti bloccato le auto delle leader tra il tragitto che dall’aeroporto conduce all’hotspot.
Giorgia Meloni ha cercato di rassicurare i protestanti dicendo loro che il governo sta facendo il possibile e precisando che lei ci “mette la faccia”. Poi superato il momento critico, quando la tensione è scesa, i cittadini hanno lasciato passare il convoglio istituzionale alla volta del Centro di Accoglienza.

Lampedusa

Le cronache dei giorni scorsi hanno raccontato ripetutamente dei grossi disagi dovuti ad una mole eccessiva di sbarchi, tanto da far collassare non solo la struttura di accoglienza ma tutta Lampedusa.
Il vicesindaco Attilio Lucia ha spiegato le ragioni della protesta: “Nell’isola viviamo di pesca e agricoltura. L’isola è al collasso. Non vogliamo vivere di immigrazione”.

Il vicesindaco ha poi parlato della visita del presidente del Consiglio e della presidente della Commissione europea, dicendosi “felice della loro presenza” così, ha precisato, “vedono con i propri occhi la situazione a Lampedusa con migliaia di barchini in mare. I pescatori dell’isola fanno fatica ad andare a lavorare, c’è inquinamento ambientale con migliaia di relitti. Abbiamo il molo del porto fatiscente: questa non è accoglienza” conclude.

Attilio Lucia poi, a nome di tutta l’amministrazione, chiede ufficialmente un intervento di “pulizia straordinaria dell’isola perché – spiega – sono passati 9 mila immigrati” e conclude dicendo che chiederà “due grandi navi al largo che facciano da bypass”.

Non sia mai viene qualcuno…

Le mamme di un tempo avevano la preoccupazione di tener sempre la casa pulita ed ordinata, perché dicevano: hai visto mai che viene qualcuno… A Lampedusa dev’essere accaduta più o meno la stessa cosa, perché in vista della Visita, sono stati tolti i tendoni della Croce Rossa (quelli apparsi sui Tiggì nei giorni scorsi). Sono poi stati evacuati per altre destinazioni, gran parte dei migranti stipati nel Centro. Poi sono stati rimossi i rifiuti e ripulita quella collinetta che era diventata un gabinetto all’aperto. L’hotspot tuttavia, al momento dell’arrivo delle due autorità, ospitava ancora 1.500 persone, che non sono state incontrate da Giorgia Meloni e Ursua von der Leyen.

Una permanenza di 10 minuti

La visita istituzionale all’hotspot è durata 10 minuti, poi si è spostata al molo di Favaloro, il punto emblematico della crisi dell’immigrazione, dove negli ultimi tre giorni sono arrivati 8.500 migranti, (un numero pari alla popolazione locale). Le due leader poi, accompagnate dal vicesindaco, sono rimaste alcuni minuti davanti al “cimitero dei barchini” dove moltissime imbarcazioni vengono abbandonate creando forte disagio.

La conferenza stampa

Breve la visita e breve la conferenza stampa che ne è seguita. La premier Meloni ha ribadito che “Lampedusa non è solo un confine italiano, ma europeo. Servono soluzioni serie, complesse e durature. Dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione”. Poi Meloni ha ammonito: “non possono alcuni muoversi in una direzione, per ragioni ideologiche, e altri nella direzione esattamente opposta”.
La premier ha inoltre sottolineato: “Più che redistribuire i migranti è necessario uno stop delle partenze”, dicendo che a chiederlo sarebbero gli stessi migranti. “Non escludo un coinvolgimento delle Nazioni Unite che considero invece necessario. Come minimo serve una missione navale Ue contro gli scafisti”, ha concluso la presidente del Consiglio.

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