Manovra: governo verso la fiducia. I punti roventi sui social che fiaccano il centrodestra

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Il nostro tempo è scandito dai social network, sui quali confluiscono milioni di utenti che si sentono liberi di esprimere i propri giudizi su praticamente tutto. Dalla lettura attenta di queste piattaforme sociali si evincono le tendenze popolari e i sentimenti degli italiani. Siamo naturalmente vittime anche delle fake news e di falsi profili creati per diffondere un certo pensiero piuttosto che un altro. E’ tuttavia evidente che nel mare magnum dei miliardi di post, alla fine, la conta dei reali sentimenti delle persone appaia evidente. Ciò che sta accadendo in questo momento, fanno notare gli osservatori politici, è una sorta disamore, di disaffezione alle forze politiche di centrodestra, proprio quelle che governano il Paese!
Parlare di disaffezione appare in ogni caso eufemistico rispetto al sentimento prevalente che è più di profonda delusione e perplessità, piuttosto che di scarso amore per le forze politiche del centrodestra di governo.

Perché c’è distacco e freddezza verso il governo

La pietra dello scandalo tra forze dell’esecutivo ed elettorato è la Manovra di bilancio. Tra accuse e ipotesi di tagli, colpi di emendamenti e interlocuzioni europee, i cittadini stanno vivendo sulla propria pelle le incertezze e le contraddizioni che questa Manovra sta presentando. Da parte delle forze di governo, presidente del Consiglio in testa, questa Legge di Bilancio sarebbe una sorta di dono per l’umanità, qualcosa che più buona e bella non si può. La premier è addirittura arrivata a definirla coraggiosa, salvo poi essere smentita da praticamente tutti ad iniziare (o a finire) proprio dalla Ue.

I punti maggiormente discussi sui social

In rete, le discussioni vertono su ogni punto, su ogni emendamento, i post sono figli del sentimento politico/partitico, ma anche delle analisi personali, in moltissimi casi ben presentate ed esplicative. I punti che riscuotono maggiore “successo sociale” sono prevalentemente due: il reddito di cittadinanza e l’opzione donna. Non a caso due elementi importantissimi in chiave sociale.

Opzione donna

Negli emendamenti del governo non compare alcuna modifica o ripensamento a questa Misura. Prevede, per il 2023, la possibilità dell’anticipo pensionistico con un’età di 60 anni, che può essere ridotta di un anno per ogni figlio ma nel limite massimo di 2 anni. Inoltre è limitata a specifiche categorie di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 74% licenziate o dipendenti da aziende con tavolo di crisi. Il Pd insiste però per tornare alla versione attualmente in vigore, senza vincoli legati ai figli e valida dunque per tutte le donne.

Reddito di cittadinanza

Sarà versato (nel 2023) ai percettori abili al lavoro per sette mesi anziché per otto come aveva stabilito prima la maggioranza di governo. La novità, ufficiosamente annunciata, è contenuta nell’emendamento del governo alla manovra. L’ulteriore riduzione comporta un aumento dei risparmi che salgono da 743 milioni di euro a quasi un miliardo, esattamente a 958 milioni di euro.
Cioè si riduce il beneficio per i poveri, per il bene delle “casse dello Stato”. Su questo punto c’è già chi propone, quando che quando scadranno i mesi del beneficio, si potrebbero organizzare dei sit-in da tenersi sotto i “palazzi del governo” o direttamente in via della Scrofa (sede di FdI). Ci si recherà alla manifestazione pacifica muniti di bavaglino al collo, forchette e cucchiaio per chiedere da mangiare, se non si sarà ottenuto un lavoro per vivere, come promesso dal governo…

Avversata da molti ma non da tutti

Non tutti naturalmente sono critici verso la Legge di Bilancio che deve essere approvata tra una manciata di giorni. Ci sono pareri favorevoli che arrivano dal mondo dell’economia, della politica, del lavoro, anche se poi volendo fare l’analisi si scopre che questi pareri benevolenti sono sempre corredati di un “ma…” e da alcuni “distinguo” su diversi punti.
Sono diversi gli elementi che lasciano freddo il mondo dell’elettorato, si passa dal Pos allo stralcio delle cartelle esattoriali, dal bonus cultura all’opzione donna passando per la misura del reddito di cittadinanza.

L’opposizione

Ci sono poi i politici dell’opposizione che sparano a zero sulla Manovra e non vanno per il sottile coi giudizi. C’è chi ha scritto su Twitter: “Spero che i parlamentari di maggioranza abbiano in sussulto di dignità. Questa Legge di Bilancio è davvero imbarazzante”. E chi scrive è il leader di un partito di opposizione.
C’è anche chi fa ironia come un senatore che sui social scrive: “Come volevasi dimostrare, sui Pos (come sui rave) il governo Meloni si è schiantato da solo contro un muro”. “Contrordine, camerati: la soglia a 60 euro salta, va bene il credito d’imposta. Come aveva già fatto Draghi. E come aveva proposto il Pd”.

Meloni tranquillizza

Dopo la maratona di questa notte non si è approdati a nessuna modifica ma domani la Manovra sarà presentata in Aula alla Camera e si andrà verso la fiducia. La leader Giorgia Meloni mostra ottimismo e sorride forzatamente ai giornalisti dicendo che “chi invoca l’esercizio provvisorio è perché vuole l’esercizio provvisorio”.
Le dichiarazioni dei partiti politici dell’opposizione, rese ai giornalisti non sembrano però proprio di favore nell’appoggiare la Manovra e anzi giudicano severamente quanto il governo sta conducendo. Dopo lo scontro sul Pos e la circolazione di denaro contante, il governo sembra essere chiamato davvero alla resa dei conti. Vedremo.

Foto (elaborata) tratta da: stiamocalmi.it