Montemonaco, Cambiamento climatico e terremoto le cause del calo delle acque

Un luogo simbolo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini è di sicuro il  lago di Pilato, un lago montano d’altura, situato in un circo glaciale, sul monte Vettore ad una quota di 1.941 m s.l.m., appartenente al comune di Montemonaco, provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche.

È conosciuto e spesso definito come “il lago con gli occhiali” per la forma dei suoi invasi complementari e comunicanti nei periodi di maggiore presenza di acqua; nel periodo intermedio i due specchi di acqua assomigliano a due occhi posti in posizioni diverse. Nella tradizione il lago è considerato un luogo misterioso, magico e demoniaco. Prende infatti il suo nome da una leggenda secondo la quale nelle sue acque sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato, il quale venne giustiziato per ordine dell’imperatore Tito Vespasiano per non aver impedito la crocifissione di Gesù. Negli ultimi anni si è registrata una crisi idrica importante che determina, con frequenza maggiore, l’abbassamento del livello delle acque del lago di Pilato. Le ragioni sono diverse, ed il Parco Nazionale dei Monti Sibillini si è subito attivato per un monitoraggio costante dello specchio d’acqua cercando di preservarne l’integrità. In quell’habitat infatti vive il Chirocefalo del Marchesoni, un piccolissimo crostaceo che ha scelto da tempo immemore il lago di Pilato come sua unica dimora. Per garantirne la sopravvivenza è fondamentale non avvicinarsi alle sponde dell’invaso e, qualora le acque risultassero assenti come successo più volte in estate, è vietato calpestarne la superficie, perché lì si annidano le uova del Chirocefalo, capaci di resistere a periodi di siccità ma non, ovviamente, ai comportamenti sbagliati di persone incaute. Un ruolo nell’implementare le conseguenze nefaste dei cambiamenti climatici che sono alla base della crisi idrica è stato giocato anche dal terremoto del 2016. Secondo uno studio dell’ISPRA, ente pubblico di protezione e ricerca ambientale, l’analisi dei dati pre e post sisma ha permesso di verificare come sia aumentata la velocità di infiltrazione delle acque del lago nel sottosuolo per una probabile variazione di permeabilità dovuta appunto agli effetti del terremoto. “Occorre cautela ed attenzione             -sottolinea Carlo Bifulco direttore del Parco- Temevamo questo scenario, amplificato dal sisma del 2016. Dobbiamo tutelare la specificità del lago di Pilato non solo dal punto di vista paesaggistico quanto piuttosto da quello faunistico data la presenza nelle sue acque del Chirocefalo del Marchesoni. Raccomandiamo a chi decidesse di intraprendere un’escursione verso il lago di non avvicinarsi alle sue sponde e a quel che rimane dello specchio d’acqua rispettando un areale ampio poiché sotto quel pietrisco si nascondono le uova del piccolo crostaceo, in uno stadio di diapausa. Appena le condizioni ambientali miglioreranno, il percorso di sviluppo dell’animale riprenderà continuando ad assicurarne la millenaria presenza nel lago”. In questi giorni avrebbe dovuto tenersi un sopralluogo nel sito, effettuato da tecnici del Parco, dell’ISPRA e dell’Università di Perugia. L’ISPRA si occupa degli aspetti idrogeologici, l’Università di Perugia di quelli legati all’habitat. “I sopralluoghi dell’ISPRA e dell’Università di Perugia sono solo rimandati, per ragioni logistiche, di qualche giorno -prosegue Bifulco- mentre l’altro ieri i nostri tecnici, insieme ad alcune guide del Parco e ai carabinieri forestali, sono saliti al lago per prenderne visione e documentare la situazione in cui si trova”.