Municipio V – Pigneto: ” AAA Asilo cercasi … “

Urbanistica e lavori pubblici

– Pigneto –

Che fine ha fatto l’asilo nido collegato al Piano di Recupero Casilina-Vibio Sequestre-Magini?

Foto da Google.it

Il progetto del Piano di Recupero art. 30 L457/78, “intervento misto di un immobile in località Pigneto sito in via Casilina-Via Vibio Sequestre-Via Magini”, era partito come Piano di Recupero approvato nel 2006, e prevedeva la costruzione di 100 appartamenti in una zona ex industriale.

Si era così provveduto a stipulare l’atto d’obbligo, in cui era prevista la cessione di un rustico da destinare ad asilo nido, di un piano interrato da adibire a parcheggio e di uno spazio destinato a verde pubblico, oltre che il pagamento degli oneri di costruzione e di urbanizzazione.

La convenzione avrebbe permesso all’Amministrazione di entrare in possesso del rustico, con una procedura di immissione a seguito del pagamento di alcuni oneri da parte della Società stessa, e quindi il Dipartimento SIMU del Comune di Roma, avrebbe potuto procedere all’appalto dei lavori utilizzando anche la rata degli oneri.

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Nel 2010 si pensò, con il coinvolgimento dell’allora U.O Città Storica del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, di utilizzare la seconda parte degli oneri di urbanizzazione per destinarli al completamento dell’asilo nido. Si sarebbe poi passati alla fase del progetto esecutivo fino ad arrivare alla attuazione del piano di recupero.

Furono così realizzati circa 70 appartamenti, 90 box di pertinenza, ed un piano parcheggio riservato ad uso pubblico di mq 2460 situati al primo piano interrato. Per l’asilo nido i lavori erano iniziati e restavano da realizzare gli impianti e le rifiniture interne. Inoltre sarebbe stata anche ceduta gratuitamente una superficie di mq. 435, quale area destinata a verde pubblico per l’asilo nido.

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Ma tornando ai giorni nostri, ai fini della futura acquisizione ed immissione in possesso del bene asilo nido, si potrà verificare con il Dipartimento Servizi educativi e scolastici se la dimensione dell’asilo ne consenta una gestione economicamente sostenibile da parte del Dipartimento stesso, e/o del Municipio, dove già nel 2018 la lista d’attesa oscillava intorno al numero dei 35 bambini. Ad ogni modo in caso il Comune di Roma, non vorrà procedere con una apertura diretta dell’asilo nido, si potrà comunque insediare un soggetto privato con un asilo nido convenzionato o un altro servizio pubblico.

A causa dei cambiamenti, dovuti anche ai troppi anni passati dall’avvio della convenzione, si dovrà molto probabilmente stipulare una convenzione integrativa, previa verifica degli avvenuti adempimenti e di tutti gli obblighi previsti in convenzione da parte della società, che insieme al Comune di Roma potrà procedere con la stipula.

In foto Sergio Scalia, Assessore all’Urbanistica del Municipio Roma V

Quello dell’allungamento dei tempi per la costruzione ed immissione in possesso di opere pubbliche a scomputo, frutto di convenzioni urbanistiche, è un tema critico su tutto il territorio romano, e non solo romano. Purtroppo i motivi possono essere molteplici, e spesso un problema può causarne un altro, un ritardo un altro ritardo ancora, ed i servizi legati alla realizzazione di queste strutture sembrano sempre troppo lontani nel tempo. È importante per questo una massima attenzione e le soluzioni migliori in caso di impacci vari e problematiche, in modo di arrivare nei tempi più brevi possibili a prendere in carico le opere pubbliche frutto di compensazione, che diventano così luoghi di erogare dei servizi ai cittadini.

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Abbiamo raggiunto l’Assessore all’Urbanistica del Municipio Roma V, Dott. Sergio Scalia, per informarci riguardo lo stato dell’arte del procedimento per l’immissione in possesso dell’asilo nido e dell’area verde da parte del Comune di Roma. L’Assessore Scalia ci ha risposto che da tempo la situazione è di interesse della Giunta Municipale, che sta lavorando per trovare una via d’uscita atta ad evitare che il procedimento, già in piedi da troppi lunghi anni, non si prolunghi ulteriormente a causa di contenziosi, che potrebbero altrimenti sfociare in una causa civile tra comune ed impresa, che per il bene dei cittadini sarebbe sicuramente da evitare.