Torino, La sanità piemontese chiede a Conte di non indugiare sul MES

Gli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e quelli delle Professioni Infermieristiche del Piemonte, hanno inviato una sentita lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, chiedendo di accedere senza incertezze alle risorse messe a disposizione dal MES.

“La fatica, il dolore e la sofferenza che molti di noi hanno vissuto in prima persona, per lunghi giorni e lunghe notti, durante la fase più grave dell’emergenza sono stati sostenuti dalla dedizione, dall’impegno e dalla passione della maggior parte di coloro che operano con orgoglio nel Servizio sanitario nazionale -si legge nella lettera-.  Abbiamo lavorato in condizioni del tutto eccezionali, con pochi strumenti e tanti rischi. Abbiamo reagito senza alcuna esitazione, in un sistema che da troppi anni fatica a metterci in condizione di rispondere in modo adeguato ai bisogni di salute delle persone.

Il nostro Paese ha bisogno di superare le tante debolezze che il sistema socio-sanitario ha accumulato nel corso degli anni. In particolare: ha bisogno di investire nel personale, non solo per colmare il divario con gli altri paesi (abbiamo la metà degli infermieri della Francia, c’è una crescente carenza di medici specialisti e di famiglia), ma anche per rivedere i percorsi formativi universitari e di aggiornamento continuo; ha bisogno di ringiovanire la dotazione di professionisti: l’età media è di oltre 51 anni, a inizio secolo era di 43 anni.

E ancora, ha bisogno di costruire rapidamente nuovi ospedali (i vecchi ospedali si sono mostrati poco flessibili di fronte all’emergenza. Servirebbero 32 miliardi di euro solo per metterli in sicurezza e sostituire i più obsoleti); ha bisogno di più risorse per la ricerca, compresa quella organizzativa e sui servizi sanitari; ha bisogno di un forte potenziamento dell’assistenza territoriale, spesso trascurata, soprattutto nei confronti delle persone più fragili; ha bisogno di avviare un serio percorso di superamento dei divari fra Nord e Sud (il Sud rinuncia a circa 2 miliardi di euro all’anno a causa della mobilità verso il Centro-Nord); ha bisogno di rafforzare i servizi di prevenzione, dai servizi vaccinali alla sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro. 

Insomma, abbiamo bisogno di un Piano straordinario di rafforzamento del Servizio sanitario nazionale. Anche per questi motivi chiediamo che i 36 miliardi di euro finalizzati alla sanità, ai sensi dell’articolo 13 del trattato del MES, siano richiesti subito e per progetti di riqualificazione e potenziamento del sistema sanitario.

Si individuino priorità e strumenti per raggiungere tempestivamente e in modo efficace risultati importanti, senza sprecare tempo e denaro prezioso, ma puntando a risultati concreti. Il nostro Paese ha le competenze e le sensibilità per avviare un progetto straordinario a beneficio di tutta la popolazione -conclude la missiva- Abbiate fiducia in noi. Rompete gli indugi. Non c’è altro tempo da perdere”.

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