Troppe assenze per malattia. Nota Casa di moda licenzia donna malata con un figlio piccolo

Scatta il licenziamento per una dipendente del punto vendita Hugo Boss di Castel Romano. La donna, da nove anni lavora presso la nota Casa di moda ma ha superato il “periodo di comporto”, cioè quel monte ore che in base al contratto collettivo nazionale di categoria concede l’assenza per malattia al dipendente. Se questo periodo viene superato l’azienda ha facoltà di licenziare con giusta causa. Va precisato che il licenziamento è una possibilità alla quale l’azienda può ricorrere e non un obbligo. Inoltre il datore di lavoro ha anche il potere di mettere in guardia il lavoratore che sta esaurendo il periodo di comporto. Non è un obbligo nemmeno questa “cortesia” poiché è premura del lavoratore tenere conto dei giorni di malattia, ma praticamente tutte le aziende adottano questa linea. Si tratta in fondo di un atteggiamento elegante che i può scegliere o meno di praticare.

Le proteste del sindacato

A perorare la causa della lavoratrice è Giulia Falcucci, segretario territoriale della Fisascat-Cisl di Roma Capitale e Rieti. Spiega che la donna, di origine ucraina, per nove anni ha contribuito al raggiungimento dei fatturati aziendali e che a causa della sua patologia non ha saputo tener conto dei giorni di malattia. Non è precisata quale sia la patologia.
La dipendente ha scoperto che l’azienda aveva avviato la pratica di licenziamento solo quando ha ricevuto la raccomandata dalla Hugo Boss.
Il sindacato giudica questa vicenda accusando l’azienda di non avere umanità e comprensione. Fa anche sapere che hanno tentato una mediazione con l’azienda per concedere alla lavoratrice un’aspettativa a causa della sua impossibilità a lavorare, ma che da parte della Casa di moda non c’è tato alcun riscontro.

Non ci sono scappatoie

La dipendente non gode di invalidità civile e non usufruisce delle agevolazioni della legge 104, ma è in ogni caso affetta da patologia grave. La Falcucci spiega anche che questo è stato fatto presente alla dirigenza dell’azienda ma in cambio hanno ottenuto solo silenzio. “Un comportamento inaccettabile sotto il profilo umano e sindacale” dice la segretaria territoriale. Giulia Falcucci definisce inoltre questo tipo di licenziamento come “una ferita per l’intera società” e auspica che il “Marchio, riscopra rapidamente la responsabilità sociale di impresa, peraltro in un momento in cui l’occupazione femminile è un tema centrale nell’agenda della Cisl”.

Foto: effebispa.it

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