Bonus 600 euro – Si deve restituire? Ecco la situazione

Il Centro Studi Fiscal Focus segnala che molti contribuenti si sono visti consegnare una raccomandata dall’Inps in merito a un “Accertamento somme indebitamente percepite su prestazione indennità per emergenza Covid-19”, che riguarda i 600 euro del bonus Covid erogato dall’istituto previdenziale dopo l’apporvazione del decreto Cura Italia (dl 18 del 17 marzo 2020). L’indennità era stata prevista per alcune categorie di lavoratori interessate dal lockdown e dall’emergenza sanitaria nel periodo tra il 1° marzo 2020 e il 30 aprile 2020.

Nella missiva utilizzata come esempio dal centro viene richiesta la restituzione dei soldi, 1.200 euro in totale, perché la persona che l’ha ricevuta ha beneficiato del bonus due volte. Tuttavia non vengono precisate le motivazioni per cui l’Inps ha ritenuto a posteriori che il contribuente non dovesse accedere all’indennità.

“Le uniche informazioni fornite sono la natura dell’indennità contestata, il suo ammontare, l’importo da versare, le modalità di pagamento e come fare, eventualmente, a ottenere chiarimenti. È assolutamente un’anomalia che non venga indicata la motivazione. E i chiarimenti sono impossibili. I call center non danno spiegazioni, e andare materialmente negli uffici non è possibile, quindi il contribuente è all’oscuro”, ha spiegato Antonio Gigliotti, fondatore di Fiscal Focus.

Il bonus Covid da 600 euro introdotto dal Cura Italia era stato pensato per sostenere le partite Iva che avevano subito un significativo calo del fatturato a causa delle limitazioni imposte alle attività produttive e commerciali per limitare la diffusione del coronavirus. Nel tempo le categorie erano state ampliate per includere varie categorie di lavoratori, finendo per abbracciare un’ampia platea di lavoratori elencati di seguito.

  • Lavoratori dipendenti a tempo determinato del settore del turismo e degli stabilimenti termali.
  • Professionisti con partita Iva.
  • Collaboratori coordinati e continuativi.
  • Lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Assicurazione generale obbligatoria.
  • Lavoratori stagionali dei settori del turismo.
  • Operai agricoli a tempo determinato.
  • Lavoratori dello spettacolo
  • Lavoratori stagionali dei settori diversi da quelli del turismo.
  • Lavoratori intermittenti.
  • Lavoratori autonomi occasionali.
  • Lavoratori incaricati di vendita a domicilio.

È ipotizzabile che chi si è visto recapitare la raccomandata dell’Inps per la restituzione dell’indennità di 600 euro non rispettasse alcuni requisiti. Il bonus Covid è compatibile con altri bonus, ma non è cumulabile con alcune prestazioni economiche erogate dall’Inps, come la contribuzione figurativa e l’assegno per il nucleo familiare, il reddito di emergenza, l’indennità per i domestici e l’indennità per gli sportivi.

Non avrebbero potuto accedere alla domanda per ricevere il bonus, inoltre, i titolari di pensione, i titolari di più contratti in caso di lavoratori stagionali e gli autonomi non iscritti a forme previdenziali diverse dalla Gestione separata.

L’Inps non ha fornito spiegazioni in merito alla raccomandata ricevuta da diversi contribuenti e che richiede la restituzione del bonus Covid di 600 euro previsto dal decreto Cura Italia. Considerando i tanti quesiti che circolano in rete, una risposta dell’istituto non dovrebbe tardare ad arrivare, magari in forma di messaggio chiarificatore, come consuetudine.