Cinema, Massimo Previtero, attore e sceneggiatore

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Massimo Previtero, attore e sceneggiatore

Spesso le periferie nascondono, e neanche troppo, talenti; questa è la volta di Massimo Previtero, attore e sceneggiatore lucano trapiantato a Roma, nel quartiere di Torpignattara, location spesso utilizzata per alcune scene dei suoi film.

Massimo, raccontaci di te…

« Ho iniziato sin da piccolo, quando avevo 10-11 anni, ed ero a casa di mia nonna, la nonna del film di “Caro nipote”; mi mettevo su uno sgabello dinanzi allo specchio grande che aveva nella sua camera e prendevo la sua spazzola dei capelli, che per me era un microfono, e recitavo.

Mia nonna è stata la mia prima fan,  e quando mi spronava mi diceva:  “tu sarai un attore da grande, lo sento, e se un giorno avrai la possibilità, racconta la mia storia”, che è appunto la storia del film di “Caro nipote”. Film stra-premiato, che ha fatto il giro del mondo, e che attualmente su YouTube conta oltre 2 milioni di visualizzazioni. Abbiamo ricevuto anche il premio del Comune di Roma, premio che successivamente abbiamo deposto al cimitero da mia nonna.

I miei primi passi prima di arrivare a Roma, li ho mossi sull’altare di una parrocchia. Il parroco di allora, Don Leonardo Selvaggi, che purtroppo è venuto a mancare un po’ di anni fa, mi

 dava l’opportunità di recitare sull’altare alcune preghiere che scriveva lui, ed alcune mie preghiere, e così le recitavo. Ma anche durante le festività d’agosto del paese recitavo delle parti, così decisi di andare a Roma.

Facevo parte di un gruppo folkloristico e dovevamo venire a Roma, parliamo del 2000; pensai: “beh adesso devo cogliere la palla al balzo, devo andare a Roma, o adesso o mai più”. Così misi da parte un po’ di soldini ed andai.

Una mia amica di Bari mi disse che al teatro Ateneo, al Centro Sperimentale di Arte e Scienza dello Spettacolo dell’Università, c’erano dei laboratori di teatro e recitazione. Allora, per quell’occasione, prenotai un albergo, pagavo cinquantamila lire, non c’era nemmeno la finestra, si trovava nei pressi della Stazione Termini. Quando arrivai a questo teatro, ero intimorito ed intimidito, perché era la prima volta che uscivo dal paese.

C’era tanta fila per entrare, tanta gente, ed io mi misi dietro  sulla platea del palco. Ad un tratto si spensero le luci, ed arrivò questo signore elegante, con un foulard, con questo cappello, ed era il grande Giorgio Albertazzi. Fece un segno a tutti quelli che stavano sulla platea, che quasi si nascondevano come me, e che avevamo vergogna, e disse: “Voi cosa fate sul firmamento? Perché non scende

te sulla Terra?”. Allora scesi grazie a lui.

Poi c’è stato tutto questo viaggio importante in cui ho avuto altri maestri, come Carla Tatò, Carlo Quartucci, Ferruccio Di Cori, Ferruccio Marotti, che mi hanno spronato, hanno tirato fuori tutto quello che avevo dentro, quindi se ad oggi sono quello che sono, è grazie a loro.

Poi nel 2012, in occasione dei “Master nella Casa del Cinema”, incontrai Emanuele Di Leo, e ci mettemmo a parlare. Gli dissi che ero uno sceneggiatore, e gli feci vedere la sceneggiatura del primo cortometraggio “Pisticci e la sua festa”, dedicato al mio paese.

E disse: “perché no? Proviamo a realizzarlo.” Insomma, poi da lì, sono nati tanti lavori, come “La notte di Sant’Apollonia”, “Caro nipote”, “AmareMente”, “Vorrei una vita”, “Lo spreco della vita”,  “Vincenzo il pastore lucano” , che è una mia maschera, omaggio alla mia terra.

Ad oggi attualmente stiamo girando “Oltre le parole”. Vivo a Torpignattara, come anche il regista Emanuele Di Leo, e come tanti altri che prendono parte, e fanno parte della nostra produzione.

Siamo una produzione indipendente, e le nostre tematiche sono sempre sociali, come il bullismo, l’omofobia, la violenza sulle donne, la violenza sugli animali.

Quest’anno è stato l’anno della raccolta, perché abbiamo vinto un sacco di premi e di riconoscimenti sia per “AmareMente” con Human Rights per i diritti umani, o “Indiecinema” per “Vincenzo il pastore lucano”. “Vorrei una vita” ovviamente è un omaggio che abbiamo voluto fare al nostro quartiere, a Torpignattara, perché è ambientato a li. Noi quasi tutti i film li giriamo a Roma, e c’è sempre qualche pezzo di Torpignattara, come anche in quest’ultimo che stiamo girando: “Oltre le parole” e si vede Torpignattara, come si vede anche nel “Lo spreco della vita”, e in qualche altro nostro cortometraggio. »

Il tuo rapporto con Torpignattara?

« Il mio rapporto con Torpignattara è un po’ di amore ed odio. È un quartiere che amo perché un po’ mi ricorda il mio paese. Con queste stradine strette, è ben servito, c’è tutto. Però su altri aspetti, ad esempio se parliamo di immondizia, quante battaglie fatte per questa cosa, c’è un po’ di conflitto.

Tuttavia è un quartiere che amo e nel quale mi sono trovato a casa sin da subito. Questo quartiere mi ha adottato, e sono già 13 anni che abito qui. Il quartiere potrebbe diventare, come ho detto all’inizio del film, “Vorrei una vita”, uno dei quartieri più belli di Roma, se ci fosse un po’ più di attenzione da parte di chi di dovere …

Ad esempio avrei rivalutato la storica via della Marranella, con dei localini, con un tratto pedonale, che poi avrebbe potuto sfociare su piazza della Marranella. Io valorizzerei lì.

Mi piacerebbe tanto fare un film, magari con una via della Marranella cambiata, con dei pub, un po’ come hanno fatto al Pigneto. Sarebbe bello perché comunque via della Marranella è il cuore di Torpignattara.

Ritornando a “Vorrei una vita”, che abbiamo girato nel periodo di piena pandemia, nel film abbiamo inserito tanta gente del posto, persone che volevano prendere parte. C’è stata una grande accoglienza da parte di Torpignattara, da parte dei negozianti, da Ugo del ristorante Pomodoro, dai Fratelli Vecchio, o nel palazzo in cui è ambientato, a casa mia e di mia sorella.

C’è stata una grande accoglienza, un abbraccio, un calore, la gente ci portava il caffè, il latte caldo. Noi essendo un cinema indipendente, non abbiamo un camper dove cambiarci, allora quando serve ci vestiamo in qualche androne o dietro a qualche macchina. Ma mentre giravamo a Torpignattara, ci vide una signora, la signora Maria, che non dimenticherò mai, e lei ci aprì le porte di casa. Questo è proprio il grande cuore dei romani e di questi quartieri. Così la signora Maria ci ha aperto casa, e noi abbiamo potuto vestirci e spogliarci in casa sua. »

Che meraviglia … Ma dicci qualcosa sulla casa di produzione.

« La DilPrev cinefilm production è una produzione di cinema indipendente che nasce nel 2013 grazie alla stretta collaborazione con il regista romano Emanuele Di Leo.

La casa di produzione ha già avuto numerosi riconoscimenti. Grazie alla collaborazione con il cantautore che ha composto le musiche inedite per il nostro film di AmareMente, Angelo De Maio, abbiamo realizzato anche un altro sogno che avevo nel cassetto da anni: vedere un mio testo musicato, e questo si è realizzato grazie alla colonna sonora del film “È stato grande il nostro amore”. Film che è stato apprezzato per il suo contenuto sociale premiato come “Official Selection Human Rights Film Festival 2022” di Roma. Nel  2021, in occasione della giornata della memoria, sul canale YouTube della DilPrevCineFilmProduction è uscito il cortometraggio “Giornata della memoria 27 gennaio” per commemorare le vittime dell’Olocausto, che è stato presentato in molte scuole di tutta Italia.

Ma che genere di cinema fate?

« Il nostro è un cinema sperimentale che segue molto la tecnica del neorealismo. Facciamo recitare nei nostri film anche persone che non hanno mai recitato prima e per la prima volta si trovano su un set. Abbiamo inserito spesso nei nostri film ragazzi diversamente abili, lavorando soprattutto sul loro aspetto emotivo e tirando fuori le loro emozioni nascoste.

Il nostro intento è soprattutto quello di rappresentare l’attore poco costruito, proprio per rendere più vero il suo personaggio. Alcuni film sono diventati strumento di didattica in alcune scuole. È successo, ad esempio, a “Caro Nipote”, apprezzato e premiato dal grande critico e docente Antonio Vitti della Indiana University di New York e premiato anche dal comune di Roma presso la prestigiosa Sala della Protomoteca.

Il film ha raggiunto su YouTube più di un milione di visualizzazioni. Non sono mancate le collaborazioni con nomi importanti del mondo del cinema, dello spettacolo, e della cultura come l’attore commediografo Marco Falaguasta, la vocalist cantautrice di Lucio Dalla, Iskra Menarini, l’attore Massimo Wertmüller, l’attrice pugliese Lia Cellamare, la cantante compositrice e produttrice Giovanna Nocetti, l’attore lucano Nando Irene, la cantautrice Mariella Nava, la cantante Tiziana Rivale, alcuni inviati Rai come Mara Pannone, Giuseppe Di Tommaso, e tantissimi altri ai quali va il nostro ringraziamento. »