Coronavirus, sospese le visite fiscali: le disposizioni INPS

Con l’emergenza Coronavirus ancora in corso, sono cambiate le regole per effettuare le visite fiscali. Di che cosa si tratta? Sono le visite di controllo al domicilio per verificare che l’assenza dal posto di lavoro sia giustificata da un reale motivo di salute. Per i soggetti che si assentano in quanto positivi al Covid-19, però, sono necessari degli accorgimenti particolari, poiché si rischia di creare problemi allo stesso personale medico che effettua i controlli a domicilio.

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Per questa ragione, l’INPS ha disposto (attraverso i messaggi di sospensione Hermes numero 1013 dell’8 marzo e il numero 1061 del 10 marzo 2020) la sospensione su tutto il territorio nazionale delle visite fiscali dal 10 marzo 2020 fino a data da destinarsi, o almeno finché non sarà terminato il lockdown per il Paese (al momento attuale, fissato fino al 4 maggio prossimo). Ma anche dopo quella data, bisognerà attenersi a specifiche regole per non rischiare di alimentare ulteriormente il contagio.

Oltre a chi non può andare al lavoro perché costretto a casa dal lockdown, vi sono ancora persone che teoricamente dovrebbero essere ai propri posti di lavoro (si pensi ai cassieri nei supermercati e tutti coloro che possono usufruire dello smart working), ma al momento sono impossibilitati poiché avrebbero contratto il coronavirus. In un caso come questo, il datore di lavoro potrebbe richiedere la visita fiscale per verificare il reale stato di salute del dipende. Ma sarebbe un rischio troppo grande per il medico incaricato dall’INPS.

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Per queste ragioni, fino al termine dell’emergenza sanitaria le visite di controllo sono state sospese. Se vi sarà necessità di un certificato medico di malattia INPS per giustificare eventuali assenze da lavoro, bisognerà ottenere il rilascio di una dichiarazione indirizzata all’INPS, al medico di medicina generale eo pediatra di libera scelta e al datore di lavoro dove si riporta che il soggetto è in quarantena in quanto positivo al COVID-19 o reduce da un viaggio all’estero. In esso va anche indicata la data di inizio e di fine dell’isolamento.

Prima della sospensione, l’INPS aveva emanato delle linee guida da rispettare da parte dei medici incaricati della visita fiscale, sempre per limitare le occasioni di contagio dagli stessi pazienti: bisogna chiedere informazioni sullo stato di salute del lavoratore in quarantena dal citofono, così da accertare che fosse in casa e non in un altro luogo; effettuare il riscontro medico a partire dei dati diagnostici e di prognosi già in possesso, senza visita fisica del paziente.

Sebbene il numero di contagi sembra essere arrivato in una fase in cui non stanno né diminuendo né crescendo sensibilmente, ci vorrà ancora del tempo prima che l’emergenza possa dichiararsi terminata. Il sistema sanitario di molte regioni è vicino al collasso e i pochi posti presenti in terapia intensiva, oltre al difficile stato del personale medico, renderebbero tanti ricoveri difficili o addirittura impossibili da effettuare. In questo senso, la sospensione delle visite fiscali a casa è una scelta ragionata e necessaria.