Dispersione scolastica a Catania. Lasciano l’aula per la criminalità

La dispersione scolastica favorisce l'ingresso nella criminalità

Nel nostro Paese la dispersione scolastica, cioè l’abbandono scolastico prima di aver compiuto il percorso formativo è pari al 12,7%, il fenomeno è più evidente nel Sud-Italia e la regione col più alto tasso di dispersione scolastica è la Sicilia dove la percentuale sale al 21,1%, cioè più di un ragazzo su 5.

In controtendenza

Se si osserva l’andamento della dispersione su scala nazionale, si rileva un miglioramento, mentre la tendenza è inversa se si analizzano i dati relativi alla Sicilia (gli ultimi disponibili sono quelli del 2022). La situazione degli scorsi anni è stata sempre più penalizzante rispetto al resto del Paese, nel 2021 il tasso di abbandono precoce della scuola era del 19,4%. Tra le province della Regione poi, quella che desta maggiore preoccupazione è Catania. Spesso i giovani che lasciano gli studi trovano purtroppo “accoglienza” nei diversi gruppi dediti alla criminalità.

Catania

I giovani che lasciano la scuola finiscono in larga parte con l’essere assorbiti dalla malavita. A volte sono le stesse famiglie che inducono i figli in età scolare ad abbandonare gli studi per andare a lavorare in nero. Alla base c’è naturalmente una condizione di disagio sociale e le organizzazioni malavitose operano un vero e proprio reclutamento di questi ragazzi.

Il confronto tra i dati dell’abbandono scolastico a Catania nel 2022 e il legame con le azioni criminose commesse da giovani è significativo e conferma il passaggio dalla scuola alle organizzazioni malavitose.

Il tribunale dei minorenni interviene

Il presidente del tribunale dei minorenni Roberto Di Bella ha voluto costituire un “osservatorio nel catanese” che tenga conto costantemente del fenomeno e della sua evoluzione. La finalità è quella di attivare interventi significativi nelle aree maggiormente disagiate della città, puntando al recupero prima che sia troppo tardi per qualsiasi azione preventiva. Obiettivo principale a tutela dei giovani è il contrasto alla dispersione scolastica.

I rilevamenti dell’osservatorio

Questa sorta di cabina di regia ha rilevato che la dispersione è dovuta a diversi fattori. Gli elementi che concorrono al fenomeno sono diversi: svantaggio sociale, povertà, carenza educativa, ma anche e soprattutto la mancanza di supporto significativo della società cittadina ai giovani che vivono un disagio. In ultimo, ma non ultimo, l’osservatorio ha potuto determinare che l’abbandono scolastico è fortemente stimolato proprio dalle “occasioni” offerte dal lavoro in nero. Queste concause fanno impennare le percentuali della dispersione scolastica a Catania fino al 25%. Un ragazzo su 4 in età scolare, abbandona gli studi. In certi quartieri più penalizzati sotto il profilo socio-economico, la percentuale sale addirittura al 50%.

Occorre l’aiuto delle istituzioni

Sono le istituzioni che grazie al coordinamento e all’attuazione di misure di contrasto, possono arginare la piaga dell’abbandono scolastico di giovani e giovanissimi. La questura grazie ai commissariati dei quartieri ha aperto un contatto diretto con i dirigenti scolastici al fine di monitorare eventuali violazioni all’obbligo scolastico. Se uno studente si assenta dalle lezioni senza apparente giustificato motivo, evidentemente siamo al cospetto del fenomeno della dispersione scolastica. Le autorità a quel punto dovranno valutare come e quando intervenire.

La sensibilizzazione deve però iniziare proprio dalle famiglie e far arrivare loro il messaggio sull’importanza dell’istruzione, unica strada per uscire da una condizione di disagio sociale e per la costruzione di un futuro migliore.

Primi risultati

Con l’azione dell’osservatorio si è arrivati allo snellimento delle procedure che prima erano lunghissime ed ostacolate da mille pieghe burocratiche. Oggi, dopo ogni segnalazione scattano subito i provvedimenti progressivi nei confronti della famiglia del minore. Nei casi più gravi, il tribunale arriva a disporre il decadimento della responsabilità genitoriale e provvede all’inserimento del giovane in una comunità. La collaborazione tra scuola, genitori e istituzioni prosegue e ottiene risultati significativi. La situazione pare quindi avviata al miglioramento e ad ogni giovane “riportato” nella scuola corrisponde un ragazzo in meno per la manovalanza criminale. Per questi giovani la scuola… Non è finita, non ancora!

Foto: pinkitalia.it