Economia, La Cessione del quinto: una alternativa al prestito personale

Rubrica di economia e finanza


a cura di Mario Rugini

Quando un lavoratore dipendente o un pensionato ha bisogno di liquidità spesso ricorre al prestito personale.

Di norma il prestito personale consente di ottenere fino a 20.000 euro massimo restituibili pagando gli interessi in massimo 10 anni.

Di norma la procedura è semplice e abbastanza veloce perché, se non si hanno segnalazioni in CRIF, basta portare CUD e buste paga e il prestito viene deliberato in 10/15 giorni.

Sulla convenienza rispetto ad altre operazioni di finanziamento bisogna valutare attentamente.

In particolare modo oggi parliamo di cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Con questa operazione viene concesso un prestito il cui ammontare concedibile è matematicamente correlato allo stipendio, infatti la rata comprensiva di interessi spese e assicurazione, non può essere superiore al 20% dello stipendio.

La cessione del quinto da un punto di vista giuridico è una forma di finanziamento a tasso fisso che, come il prestito personale, consente di ottenere rapidamente una somma di denaro finalizzata a sostenerne i consumi. Però a differenza del prestito, può essere richiesta solo dai lavoratori dipendenti a tempo indeterminato del settore pubblico, ai pensionati e ai dipendenti del settore privato delle aziende medio grandi.

In questo modo la banca o la finanziaria evitano un rischio molto fastidioso, ovvero il mancato pagamento di una o più rate perché la rata del prestito viene trattenuta prima che venga pagato lo stipendio.

Alla sottoscrizione della cessione del quinto, il dipendente viene chiamato a concludere un’assicurazione che copra la finanziaria dal rischio di morte o perdita del lavoro.

I pro della cessione del quinto sono:

1) Facilità di accesso: le banche sono portate ad accettare una richiesta di cessione del quinto più facilmente rispetto ad altri tipi di finanziamento perché corrono un minor rischio in quanto opera la garanzia del datore di lavoro o l’ente pensionistico

2) Tassi di interesse calmierati e trasparenti: i tassi effettivi globali medi vengono periodicamente aggiornati e pubblicati dal MEF e dall’INPS e ciò garantisce una valutazione più consapevole e accurata delle condizioni proposte

3) Rata sostenibile: la rata è sempre fissa e non può superare un quinto dello stipendio, ciò garantisce un alto grado di sostenibilità del rimborso

4) Limiti di età elevati: fino a 79 anni di età

5) Accesso possibile anche per i cattivi pagatori: la cessione del quinto rientra tra i prestiti anche per cattivi pagatori cioè per coloro che avendo ritardato o saltato il pagamento delle rate di un finanziamento (anche due sole rate del mutuo) o avendo subito il protesto di un debito, sono stati segnalati dalla Centrale dei Rischi o dai SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie) gestiti dal CRIF – Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria

I contro della cessione del quinto:

1) Accesso non sempre fattibile su stipendi bassi/ridotti o per aziende con problemi

2) Costi assicurativi non sempre contenuti

La valutazione va fatta assieme ad un professionista in grado di optare sulle diverse forme di prestito.

 


Pubblicato su “I FATTI area metropolitana” edizione di Marzo 2020