Emergenza Coronavirus: arriva il decreto “congela-mutuo” sulla prima casa

L’argomento che preme particolarmente a milioni di italiani, in questo momento, è quello che riguarda i pagamenti delle rate del mutuo per la casa. Come si sostengono spese così importanti in un momento di emergenza sanitaria così preoccupante, che impedisce a migliaia di italiani di andare a lavorare e percepire un adeguato stipendio? Ecco che il governo, in questi giorni, ha deciso di correre al riparo trovando delle soluzioni che possano essere un importante ausilio per centinaia e centinaia di famiglie italiane: il momentaneo congelamento del pagamento delle rate del mutuo sulla prima casa.

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Ma chi può fare domanda? Ovviamente, questo decreto è valido per determinate tipologie di persone e situazioni. Si rivolge, in particolar modo, a coloro che sono rimasti a casa dal lavoro o che hanno subito una riduzione oraria pari al 20% dell’orario complessivo, ed ai professionisti e lavoratori autonomi il cui fatturato ha subito un notevole calo, per almeno 30 giorni.

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In qualsiasi caso, sono condizioni che il lavoratore interessato dovrà valutare per mezzo della propria banca.

Un primo decreto imposto dal governo – Il Dl 9/2020 – stabiliva che la moratoria sui mutui di prima casa dovesse essere applicata per chiunque avesse subito una riduzione oraria di lavoro, per almeno 30 giorni.

E’ stato imposto, però, successivamente, un nuovo decreto: il Dl 18/2020. Questo secondo decreto stabilisce che anche i lavoratori autonomi possono richiedere la sospensione del mutuo per un periodo di 9 mesi.

Si parla, invece, di un periodo di astensione dal pagamento del mutuo di ben 6 mesi per chi ha subito sospensione o riduzione dell’orario di lavoro in un periodo compreso fra i 30 ed i 150 giorni. 12 mesi per chi, invece, si trova in questa situazione per un periodo che va dai 151 ai 302 giorni ed, infine, per chi supera i 303 giorni, i mesi saranno 18.

Ma come si effettua la richiesta? Alla domanda, sarà necessario allegare l’indennità di disoccupazione o una dichiarazione scritta dal proprio datore di lavoro che possa dimostrare che sia realmente in atto una sospensione lavorativa nella quale si specifica il periodo di tempo, o una riduzione oraria nella quale, invece, si specificherà la percentuale.
Tutto, ovviamente, solo ed esclusivamente per cause indipendenti dalla volontà del lavoratore. Importante aggiungere che non sarà applicata nessuna commissione per la sospensione del mutuo.

Per quanto riguarda professionisti ed autonomi, invece, sarà necessario presentare la documentazione che certifichi di aver subito un calo del proprio fatturato quotidiano medio, superiore al 33%, a causa del Coronavirus, rispetto al fatturato quotidiano medio registrato nell’ultimo trimestre del 2019.

In tutti questi casi, però, è opportuno tener conto della presenza di alcuni requisiti fondamentali che sono stati imposti, per consentire a queste categorie di lavoratori di presentare la domanda.
Ad esempio, solo il proprietario di un immobile considerato prima abitazione potrà fare richiesta, purchè il mutuo non oltrepassi i 250mila euro.

Infine, bisogna tenere presente il fatto che questo stop riguarda la quota di interesse che il proprio fondo rimborserà alla banca per il 50%, e che l’altro 50% restante, rimane a carico del titolare del finanziamento.

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