Feltri, scatta la protesta delle edicole meridionali “non vendiamo più Libero”

Le dichiarazioni del direttore di Libero, Vittorio Feltri hanno scatenato un polverone mediatico e politico, che potrebbe portare alla fine del quotidiano o quantomeno a una drastica rivoluzione editoriale e gestionale.

“I meridionali sono inferiori”

Questa l’infelice battuta del direttore ad una partecipazione televisiva; Feltri già noto per affermazione pubbliche fuori dalle righe sembra non esserci resoconto del gran casino che ha combinato, scatenando la reazione indignata anche dell’Ordine dei Giornalisti, che ha promesso di intervenire duramente.

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Nel frattempo in alcune edicole sono comparsi i messaggi come quello riportato nella foto, in cui i gestori meridionali offesi si rifiuteranno di rendere il quotidiano di Libero, per rappresaglia alle offese ricevute.

Parole sciocche, che non rappresentano minimamente il sentimento della Destra politica che è sempre stata per l’unione e la fraternità di tutti gli italiani da nord a sud indistintamente.

Anzi forse bisognerebbe far presente al signor direttore, che proprio il meridione è uno dei motori più importanti del paese grazie alla produzione agricola e che  Mussolini in persona si adoperò per potenziare questa economia.

Bisognerebbe che il signor direttore studiasse un poco di storia e apprenderebbe che prima dell’invasione Piemontese “gli inferiori meridionali”, erano 10 volte più ricchi di tutti gli stati italiani messi insieme.

Se il signor direttore facesse una passeggiata per i borghi di Napoli, potrebbe sentire l’odore del pane, del pesce fresco, del caffè più buono d’Italia e assaggiare la pizza e i dolci più famosi in tutto il mondo.

Signor direttore, noi glielo diciamo con il cuore, lei apra la mente.