INPS, Bonus mamma 1700 euro: come fare richiesta

Il Bonus mamma è erogato direttamente dal comune di appartenenza. Un aiuto che si differenzia, come riporta trendonline.com, dal già attivo assegno di maternità dello Stato che eroga direttamente l’Inps. Quest’ultimo è rivolto a lavoratori atipici e discontinui, viene erogato sia alla madre che al padre in situazione di precarietà lavorativa.

La prestazione dei due assegni avviene solo su richiesta dell’interessato tramite la compilazione della domanda Inps, scaricabile dal sito dell’ente. Nel caso di assegno di maternità di Stato servono almeno 3 mesi di contributi versati nei 18 mesi precedenti l’invio della domanda da parte del soggetto interessato all’Inps.

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Il bonus mamma viene ricalcolato ogni anno sulla base dei dati ISTAT, e si corrisponde in 5 mesi con importi mensili di circa 348€. Inoltre la domanda per questo sussidio va inoltrata al comune e non all’Inps.

Cerchiamo allora di fare chiarezza su requisiti, moduli e invio domande.

Bonus mamma Inps
Come abbiamo visto c’è differenza tra il bonus mamma del comune e quello erogato dello Stato, ovvero l’assegno di maternità di Stato.

L’assegno di maternità Inps possono richiederlo entrambi i genitori, anche adottivi o affidatari pre-adottivi. E’ un sostegno al reddito a carico dello Stato. Viene concesso ed erogato direttamente dall’Inps come stabilito dal decreto legislativo del 6 marzo 2001.

La domanda deve essere presentata entro 6 mesi dalla nascita o dall’affido/adozione. Può essere presentata, dopo aver compilato il modulo preposto, direttamente alla sede Inps di competenza del richiedente o tramite caf e patronati. Si può anche inoltrare la domanda contattando il call center dell’Inps. Se si è in possesso di Spid la richiesta di assegno di maternità di Stato può essere inviata anche online, dal portale dell’Inps.

SPID è il nuovo sistema di autenticazione digitale per cittadini ed imprese che permette di accedere ai servizi erogati dalla pubblica amministrazione. Dal 1 Ottobre 2020 non sarà più èossibile accedere al portale Inps con il vecchio PIN, ma solo con lo Spid.

Il richiedente deve essere cittadino italiano o residente in Italia o in uno stato dell’Unione Europea. I cittadini extracomunitari possono presentare la richiesta di assegno di maternità di Stato solo in possesso del permesso di soggiorno CE.

Bonus mamma comune
Il bonus di 1.740€ richiesto al comune di appartenenza è anch’esso una forma di sostegno al reddito per le famiglie ma a differenza del precedente può essere richiesto direttamente al comune di appartenenza e non all’Inps. Inoltre questo sussidio è riconosciuto a madri inoccupate, disoccupate o casalinghe nel corso dell’anno e che comunque non abbiano versato più di 3 mesi di contributi. Ecco perché spesso viene definito anche bonus casalinghe o bonus mamma disoccupata.

Si tratta di un’erogazione una tantum e richiede la compilazione dell’ISEE in quanto tra i requisiti c’è un determinato importo reddituale da non superare.

L’importo dell’assegno è attualmente pari a € 348,12 per 5 mesi, erogati generalmente in un’unica soluzione, per un totale di 1.740€, entro 4/5 mesi dalla presentazione della domanda.

Esiste però un vincolo importante. Il nucleo familiare a cui la madre appartiene deve avere un ISEE pari o inferiore a € 17.416,66. La domanda deve essere presentata al comune di residenza entro 6 mesi dalla nascita del minore o dall’entrata in famiglia in caso di adozione.

Come richiedere il bonus mamma al comune
La richiesta per il bonus mamma deve essere fatta al proprio comune di appartenenza tramite caf e patronati abilitati.

Attenzione: la domanda va presentata al comune che ne verifica l’esigibilità ma l’erogazione viene demandata sempre all’Inps come ente pagatore. Sarà pertanto l’istituto di credito a versare la somma di €1.740 in un’unica soluzione entro 5 mesi dalla presentazione della domanda. Non è richiesto il modello SR163.

I documenti da allegare alla domanda sono l’ISEE, l’autocertificazione di cittadinanza e il permesso di soggiorno in caso di madri extracomunitarie. Un motivo di rigetto della domanda è la riscossione da parte di uno dei genitori di altre forme di sostegno al reddito di qualsiasi genere.

In caso di decesso della madre la domanda può essere presentata dal padre maggiorenne del neonato a patto che abbia riconosciuto il figlio. Se invece sussiste un’incapacità di intendere e agire o la minore età della madre, la richiesta di assegno può presentarla il padre maggiorenne a patto che al momento del parto la madre risulta residente in territorio italiano e il figlio sia stato riconosciuto dal padre.

Qualora sussistano le precedenti condizioni per la madre del bambino e il padre è minorenne, la domanda può essere inoltrata a nome della madre da un genitore della stessa.

Bonus mamma domani
Bonus nascita o bonus mamma domani è un altro incentivo erogato dall’Inps a sostegno delle future mamme e non va confuso con il precedente bonus. Infatti in questo caso non sussistono gli stessi requisiti ne la stessa modalità di presentazione della domanda. Il bonus nascita va richiesto direttamente all’Inps e ha un importo pari a 800€.

Detto anche premio nascita, attivo dal 2017 a carico dell’Inps, è svincolato da requisiti reddituali o ISEE viene riconosciuto a tutte le madri naturali, adottive o affidatarie. Una prestazione universalistica indipendente dal reddito.

La richiesta deve essere effettuata dalla futura mamma dal compimento del 7 mese di gravidanza al momento della nascita, adozione o affidamento. Comunque non oltre 1 anno dal verificarsi dell’evento, che sia la nascita, l’adozione o l’affidamento pena la decadenza.

Inoltre l’importo di 800€ ricevuto come bonus nascita non concorre alla formazione del reddito proprio perché è uno strumento erogato a sostegno delle famiglie e per questo non soggetto a tassazione.

Il beneficio è concesso ad un’unica soluzione per ogni evento, nascita, affidamento o adozione e in relazione ad ogni figlio. Possono farne richiesta tutte le mamme cittadine italiane, comunitarie residenti in Italia. Anche le future mamme extracomunitarie possono fare richiesta purché siano in possesso di regolare permesso di soggiorno CE.

La domanda può essere inoltrata all’Inps attraverso le consuete modalità. Ovvero tramite servizi telematici con accesso al portale tramite Spid, il contact center telefonico dell’Inps oppure tramite un ente di patronato o Caf.

Il bonus bebè non è il bonus mamma
Ancora un contributo erogato dall’Inps per genitori e famiglie in difficoltà. Questa volta si parla di un contributo mensile, rivolto alle famiglie di 80€ e viene versato mensilmente dalla nascita, adozione o affidamento per 1 anno. A differenza del bonus nascita per ricevere il bonus bebè è richiesto l’ISEE. Non spetta quindi a tutti.

I beneficiari devono presentare una dichiarazione ISEE non superiore a € 25.000. In caso di ISEE inferiore a € 7.000 il bonus raddoppia e passa da 80 a 160€ mensili. Per i figli successivi al primo si potrà sempre richiedere il bonus che viene maggiorato del 20%. Pertanto dal secondo genito in poi si percepiranno 96€ mensile per ISEE fino a 25mila euro e 192€ agli ISEE sotto i 7mila euro.

In caso di parto gemellare, laddove il genitore richiedente non ha già altri figli, la maggiorazione del 20% viene riconosciuta ad ogni figlio nato successivamente al primo in ordine di tempo. Se invece il genitore richiedente ha già figli prima del parto gemellare, la maggiorazione è riconosciuta a tutti i gemelli.

La domanda deve essere presentata per via telematica all’Inps entro 90 giorni dalla nascita o entrata in famiglia in caso di adozione e affido.

Possono richiedere l’assegno tutti i cittadini italiani, comunitari o extracomunitari con permesso di soggiorno CE.

In caso di decesso del genitore richiedente la prestazione viene erogata all’altro genitore in vita purché convivente con il minore.

Bonus nido
In un’ottica generale di sostegno alle famiglie va sicuramente citato il bonus nido o ribattezzato bonus nonni.

E’ un bonus che ha visto aumentare i suoi importi nel 2020. Infatti per quest’anno è stata portata a 3.000€ la somma erogata a famiglie con ISEE entro i 25mile euro; 2.500 per ISEE tra i 25 e i 40 mila euro per finire con 1.500€ alle famiglie con ISEE superiori ai 40mila euro.

Per tutte le modalità di erogazione si fa riferimento alla circolare Inps del 14 febbraio 2020. Infatti tra tutti questo bonus è tra i più complessi in terini di conteggio ed erogazione. Le cifre indicate precedentemente, infatti, si riferiscono ai massimali spettanti alle famiglie.

Se il figlio va all’asilo 11 mesi l’anno alla famiglia con ISEE entro i 25mila euro spetteranno effettivamente 3mila euro, ma se il bambino va all’asilo per 5 mesi, si dovrà dividere il massimale spettante per 11 e quello che viene moltiplicarlo per i mesi effettivi di frequenza.

Inoltre con il bonus bebè non si possono pagare babysitter o tate. E’ invece riconosciuto a genitori di bambini gravemente disabili che non possono recarsi al nido. In questo caso si dovrà presentare una dichiarazione del pediatra curante che attesti che il minore non potrà frequentare per tutto l’anno la scuola in quanto affetto da patologia cronica.

La domanda può essere presentata all’Inps dal genitore che sostiene l’effettivo pagamento della retta. Inoltre il genitore richiedente deve essere cittadino italiano o comunitario regolarmente residente in Italia o extracomunitario con permesso di soggiorno CE. Il termine di scadenza per la presentazione della domanda è il 31 dicembre 2020. Si può fare domanda tramite patronato o Caf oppure con Spid in via telematica.

Qualora si debba fare richiesta del bonus per più figli sarà necessario inserire o presentare una domanda per ogni figlio, non è possibile infatti la compilazione di un’unica domanda per più bambini. Come per le altre domande di prestazioni a sostegno del reddito non è più richiesto il modello SR163.