L come Libri – “… E si voltano le pagine” di Carla Staffieri

La sesta silloge poetica dell’autrice, edita da Aletti, scuote l’animo dei lettori dalle fondamenta attraverso raffigurazioni lessicali di forte impatto.

Nata a Roma, dove lavora come infermiera pediatrica, Carla Staffieri è da sempre una fervente amante della poesia, e nella serata di domenica 24 giugno, all’interno del caffè letterario Mameli27, nel cuore del quartiere Trastevere, ha presentato la sua sesta silloge poetica, intitolata “… E si voltano le pagine”, edita da Aletti.

L’evento è stato coordinato dalla Dott.ssa Cinzia Baldazzi, che ha anche curato la prefazione dell’opera. Ad intrattenere il pubblico con apprezzabili intermezzi musicali è stato Roberto Petruccio, mentre a leggere ed interpretare alcuni estratti della raccolta sono stati Carmela La Rocca e Mario Focardi.

La recensione

Un libro, quello di Carla Staffieri, che scuote l’animo dei lettori dalle fondamenta, attraverso raffigurazioni lessicali di forte impatto. Traspare la necessità dell’autrice di rompere gli schemi, di riversare la sua voglia di libertà in ogni verso, lì dove ciascuna parola, anche la più semplice, incarna ed esprime una sottile bellezza letteraria.

A colpire è infatti la mirabile estetica espressa dalla Staffieri, che non si limita ad argomentare poeticamente situazioni, emozioni e sensazioni, ma che sprona il proprio estro affinché quelle strofe, intrise di un latente simbolismo, possano trasmettere in modo trasversale spicchi di meravigliosa sensibilità, regolati da un ritmo godevole, da un’implacabile correlazione, quasi un’intima corrispondenza, tra il concetto di “oggettività” e quello di “soggettività”.

La linea di pensiero espressa dalla poetessa, un idealismo costruito attorno alla sua straripante e mai velata passione, per la vita innanzitutto, ma specialmente per la poesia, per i sogni e per l’irrefrenabile voglia di “spingersi oltre”, demarca la sua spontaneità scrittoria, priva di catene intellettuali.

Ma la vera svolta della Staffieri risiede nel rinnovato, e mai epidermico, approccio alla tecnica ossimorica, nel sublime accostamento del “dramma” alla “letizia”, con l’intenzione di lasciare aperto uno spiraglio di speranza.

Degno di una considerevole menzione è infine l’audace sillogismo sociale approfondito dall’autrice attraverso comparazioni naturalistiche che non decadono mai nella banalità, quasi una rivisitazione aristotelica adattata al mondo moderno, che impreziosisce un volume di indiscutibile spessore culturale.

Pubblicato su “I FATTI area metropolitana” edizione di luglio 2018


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