Meloni smentita sul fax sventolato in aula che accuserebbe Conte

Una premier indignata che in Aula alla Camera e poi al Senato accusa Conte e i suoi di aver ratificato la riforma del Mes dopo le dimissioni del governo. Meloni sventola un fax come fosse un vessillo prezioso che mostra una verità divina. Attacca l’ex governo di aver agito “col favore delle tenebre” e “senza consultare il parlamento”. Quel fax, firmato da Luigi DI Maio è la prova schiacciante delle colpe del governo a guida Conte. Ora la premier è smentita da IL FOGLIO e la notizia è riportata da OPEN.ONLINE che descrive le “sviste” della leader di governo.

La descrizione di Meloni

La premier spiega, arrivando a gridare, che “l’unico mandato parlamentare in materia del Mes, nel 2019, impegnava il governo Conte a non ratificare la modifica del trattato”. L’allora premier Conte – dice Meloni – ha dato “il suo assenso un giorno dopo essersi dimesso. Senza mandato parlamentare. Senza che ne avesse il potere, senza dirlo agli italiani”.

Ma le cose non stanno così

Luciano Capone su IL FOGLIO, scrive che è proprio la data di quel fax sventolato da Giorgia Meloni a smentirla. Quel fax è stato mandato 6 giorni prima delle dimissioni del governo Conte.

Il Governo si è dimesso il 26 gennaio. La riforma del Mes è stata siglata dal nostro Paese il 27 gennaio, quindi il giorno dopo. Solo che il il ministro degli Esteri, già 6 giorni prima delle dimissioni di Conte, aveva inviato il messaggio all’ambasciatore presso l’Ue.

La data

Capone spiega che basta guardare la foto, dove è ben visibile il numero di protocollo con data: 2021-01-20. Di Maio quel fax lo ha inviato il 20 gennaio alle 16,25, appunto 6 giorni prima delle dimissioni del governo Conte bis.

Senza approvazione del Parlamento?

Giorgia Meloni dice che il governo Conte ha agito “senza consultare il Parlamento”.

Non è vero nemmeno che non c’è stata un’approvazione parlamentare, vediamo come sono andate le cose. Il governo Conte firma formalmente il trattato del Mes il giorno dopo le dimissioni del 26 gennaio 2021. L’ordine però è stato inviato il 20 gennaio 2021 e il consenso politico era stato dato l’11 dicembre 2020, dopo aver ricevuto, il 9 dicembre, il mandato del Parlamento.

Dopo queste spiegazioni appare chiaro che il governo Conte avrebbe fatto tutto alla luce del sole e non “approfittando delle tenebre”. Due brutte “sviste” dell’esecutivo di governo.

Foto tratta da open.online