Patto di Stabilità. Ok dei ministri Ue. Vince l’asse Parigi-Berlino

Patto di Stabilità

Il ministro Giorgetti definisce “sostenibile” il nuovo PSC (Patto Stabilità e Crescita). I Paesi presenteranno i propri piani di bilancio quadriennali con la possibilità di un aggiustamento dei conti a 7 anni.

Accordo

I “Ventisette” trovano l’accordo sulla riforma del Psc. Siamo al 20 dicembre e finalmente si vede la luce in fondo ad un tunnel iniziato mesi fa. L’intesa ottenuta dai ministri delle Finanze sarà ora materia di discussione con il Parlamento per la definitiva approvazione. Entro fine legislatura.

Proposta equilibrata e intesa unanime

La ministra delle Finanze spagnola, Nadia Calvino, che ha presieduto la riunione, ha definito l’accordo tra i ministri: la dimostrazione dell’equilibrio della proposta sul tavolo. “Il compromesso garantisce quella natura anticiclica contenuta nella proposta originale della Commissione europea. E prevede un periodo transitorio da qui al 2027 per tenere conto del forte aumento dei tassi d’interesse”.

Paolo Gentiloni

Il commissario agli affari monetari, Paolo Gentiloni ammette che i negoziati hanno reso i testi un po’ più complessi rispetto alla proposta italiana. “Ma ne conservano gli elementi fondamentali: il passaggio cioè, a una pianificazione a medio termine. Maggiore titolarità da parte degli Stati membri dei piani di bilancio. Possibilità di perseguire un aggiustamento più graduale che rifletta gli impegni in vista di investimenti e riforme”.

Un commento che ha dato la sensazione di un “meglio di niente…”.

Obiettivi raggiunti?

L’obiettivo dell’esecutivo comunitario era di semplificare le regole di bilancio, facilitare gli investimenti pubblici, risanare il debito. Volendo prescindere dalle considerazioni di Gentiloni, in molti, da più parti d’Europa, si chiedono se realmente questi impegni siano stati raggiunti. Questo in ragione della complessità delle norme approvate dai governi, che adesso saranno oggetto di negoziato col Parlamento.

L’asse Parigi-Berlino

L’ultimo e definitivo incontro (in videoconferenza) è arrivato dopo che, nella riunione del 7-8 dicembre, i ministri delle Finanze avevano trovato accordo sul 90-95% del pacchetto legislativo. L’incontro è stato preceduto, martedì sera, da una cena di lavoro tra i ministri delle Finanze francese, Bruno Le Maire e tedesco, Christian Lindner. I due si sono accordati in un compromesso franco-tedesco, poi approvato da tutti i partner.

I conti pubblici

Il risanamento dei conti pubblici si articola in periodo di 4/7 anni, e gli Stati membri con un debito superiore al 90% del Pil dovranno perseguire un “aggiustamento” di almeno l’1% del Pil in media annua. Quando invece il deficit è eccessivo, l’aggiustamento strutturale dovrà essere di almeno lo 0,5% del Pil.

Nel periodo transitorio 2025-2027 circostanze attenuanti, come il costo del servizio del debito, permetteranno di limitare l’onere dell’aggiustamento.

Lo “spazio di manovra”

Introdotte le cosiddette salvaguardie di bilancio che impongano deficit dell’1,5% del Pil in termini strutturali, così da avere spazio di manovra nel caso di shock economico.

I ministri di Francia e Germania (nel loro incontro) hanno deciso che l’aggiustamento annuo strutturale primario per avvicinarsi all’1,5% di disavanzo pubblico sarà dello 0,4% del Pil, riducibile allo 0,25% in presenza di investimenti e riforme.

Un funzionario delle Finanze francese ha definito “notevole” questo cambiamento, perché ha spiegato: “L’obiettivo di medio termine, oggi è il pareggio di bilancio. Con la riforma invece il nuovo obiettivo è un disavanzo dell’1,5%”.

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