Politici italiani. Tutti forti a chiacchiere ma guai a toccare i privilegi

interessi dei politici

Ci sono quelle notizie, quei fatti, che quasi passano sotto silenzio, eppure sono a volte emblematici per la comprensione di ciò che accade, particolarmente nel mondo politico, spesso troppo distante dal cittadino, che è ricordato solo in fase di campagna elettorale.

Una mozione risolutiva

Il Movimento 5 Stelle, per mano del suo leader, Giuseppe Conte, fa sapere con un post su Instagam che ieri, 21 marzo, hanno presentato una mozione alla Camera. La mozione tiene conto di quanto è emerso in merito allo scandalo conosciuto nelle cronache come: Qatargate. Si chiede “un impegno semplice e sacrosanto” ai parlamentari, scrive l’ex premier. In sintesi il documento chiede che chiunque sia membro del governo o semplicemente sia un parlamentare, non possa essere retribuito in alcun modo o prendere del denaro da uno Stato estero. Una proposta che parrebbe scontata e necessaria proprio nell’ottica della prevenzione ai fenomeni di corruzione.

Atteggiamento di chiusura

Conte lamenta sul social che tale proposta non ha riscosso affatto il successo che invece ovviamente si sarebbe atteso. “Fatta eccezione per il gruppo AVS (Alleanza Verdi e Sinistra), gli altri partiti hanno votato contro o si sono astenuti”, si legge nel post. Il presidente del M5S poi rincara la dose facendo notare che “anche chi si era detto pronto a votare la mozione e chi si professa patriota” ha preferito alla fine mantenere lo status quo. Poi conclude il breve post con le parole: “In politica non contano le parole e le dichiarazioni di intenti, ma le scelte e i fatti”.

Un momento politico controverso

La sensazione del “tutti contro tutti” continua a permanere. Osserviamo gruppi e partiti che in un’altalenante ciclo confuso e destabilizzante (per il cittadino) continuano, ora a strizzare l’occhio, ora ad esprimere dissenso nei confronti di altri partiti. Una situazione di scarsa chiarezza ideologica, pregna di interessi di partito più che di voglia di fare per il Paese.
Anche nella stessa maggioranza di governo, i partiti che ne fanno parte si costringono ad un accordo forzato, anche in quei temi che li vedrebbero distanti. C’è però una cosa che accomuna tutti o quasi, la conservazione dei privilegi. Spiace prendere coscienza che dobbiamo continuare a convivere con una classe politica attenta al proprio beneficio piuttosto che alla Res pubblica.

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