Regione Lazio, D’amato: “Diffidate da tamponi a pagamento non validati”

Regione Lazio, D’amato: “Diffidate da tamponi a pagamento non validati, rivolgersi presso Servizio Sanitario Regionale”

L’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato, non usa mezzi termini per contrastare i tamponi a pagamento non validati. La Regione Lazio, con una nota, annuncia di una recente sentenza del Tar del Lazio dove la Regione si costituirà in Consiglio di Stato.

La filosofia è di non togliere soldi ai cittadini per esami non certificati dagli Istituti preposti. “La gestione delle epidemie non è un meccanismo per togliere soldi dalle tasche dei cittadini e ricordo che eventuali tamponi fatti al di fuori dei laboratori validati dallo Spallanzani e inseriti nella rete regionale, come da indicazioni del Ministero della Salute, non hanno finalità di sanità pubblicae continua Pertanto il rischio concreto per i cittadini è di pagare per un test non riconosciuto e non validato“.

Il protocollo e le forze messe in campo, non per ultima la rete costruita nel Lazio dei drive-in, vuole garantire lo svolgimento tempestivo e gratuito dei tamponi “su prescrizione medica in caso di sospetto o nel caso di positività alla sieroprevalenza e questo ha consentito finora di individuare 160 casi asintomatici. I tamponi in questo circuito sono gratuiti e validati“.

La priorità, mettere ordine

La Regione non vuole creare confusione e false rassicurazioni con test non validati che non danno giuste risposte, sprecando soldi con esami privati che danno risultati con falsi negativi o falsi positivi.  
È dunque una guerra verso i cittadini, sempre più spaventati e che si rivolgono alla sanità privata? Sembrerebbe proprio di no.
La Regione Lazio vuole dare risposte a tutti, anche ai laboratori che promettono i test.
Il controllo del virus è un tema di sanità pubblica e non è un tema di business – dice D’Amato – non è una questione ideologica, poiché abbiamo chiesto la collaborazione delle strutture private nella gestione dei test di sieroprevalenza” e sottolinea, “Il rischio che intravedo per i cittadini è pagare per un test non validato e senza alcuna finalità di sanità pubblica. Se c’è una cosa che ci deve insegnare questa epidemia è il ruolo essenziale ed insostituibile della sanità pubblica e della sua rete territoriale”

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