Scuola 2022/23, ricomincio da te

La scuola anima il dibattito politico in vista delle elezioni

Scuola, ricomincio da te

Foto di Oleksandr Pidvalnyi da pexels

La scuola sta sopra, o meglio, sta dentro tutto”. Così Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, in occasione della riunione organizzativa indetta per lo scorso 10 agosto al fine di limare il testo del programma elettorale del partito, ha sintetizzato il valore dell’istruzione, argomento sempre caldo nel panorama politico italiano, specie in periodo di campagna elettorale.

Mentre la Meloni, lo scorso mese di giugno – in tempi non sospetti – dal palco del Mico di Milano propose: “La scuola italiana deve tornare a valorizzare il merito. Decenni di dominio post sessantottino sulla nostra scuola hanno prodotto un livellamento verso il basso che ha devastato il merito ma il merito è la benzina di ogni società”.

(Fonte: https://www.voglioinsegnare.it/articoli/meloni-proposta-shock-basta-bocciature)

Ed è proprio per la campagna elettorale in corso che il tema dell’istruzione acquisisce particolare rilievo, dal momento che la crisi di governo che è esplosa a luglio e che ci sta portando al voto il prossimo 25 settembre, ha steso un velo di incertezza sulla possibilità di raggiungimento degli obiettivi imposti dal Pnrr e, di conseguenza, sulla realizzazione della cosiddetta “riforma del sistema scolastico”.

Il margine temporale è rappresentato dal 31 dicembre 2022 e Giacomo D’Arrigo e Piero David, ricercatori e studiosi di economia e politiche europee, hanno riportato, sul sito “lavoce.info”, i tre scenari che potrebbero verificarsi all’approssimarsi di questa data: l’adempimento, anche se leggermente tardivo, delle prestazioni richieste dal Piano; la volontà, da parte del nuovo governo, che dovrebbe insediarsi a Palazzo Chigi entro fine ottobre, di negoziare un “nuovo Pnrr”, cosa che dilaterebbe i tempi e comporterebbe il rischio di perdere delle risorse; la rottura del contratto con l’UE per inadempimento da parte dell’Italia, con la conseguente alea di dove restituire le risorse che ci erano già state assegnate.

Foto di Magda Ehlers da pexels

In attesa delle riforme, il rientro a scuola per il terzo anno dall’inizio della pandemia è previsto per il 19 settembre. A questo proposito, l’Istituto Superiore di Sanità, con i Ministeri della Salute e dell’Istruzione, ha pubblicato le “Indicazioni strategiche ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-COV-2 in ambito scolastico”, un documento che contiene le nuove linee guida per il ritorno in classe e che riguarda le scuole del primo e del secondo ciclo di istruzione.

Si tratta di linee guida “a doppio livello”: un primo che comprende misure più leggere per il rientro e un secondo che si compone di restrizioni più severe, le quali verrebbero attivate nel caso di un nuovo incremento dei contagi. Al primo stadio appartengono la facoltà, sia per gli studenti sia per il personale scolastico, di non indossare la mascherina. In aggiunta, la sanificazione degli ambienti, la corretta igienizzazione delle mani, i ricambi d’aria frequenti e la gestione dei casi confermati.

Invece, nell’eventualità che la curva dei contagi subisca una nuova impennata, sono previsti il distanziamento di almeno un metro, l’obbligo dell’uso delle mascherine, l’aumento della frequenza della sanificazione periodica e la somministrazione dei pasti nelle mense con turnazione.

Foto di Dids da pexels

Si prospetta uno scenario diverso da quello degli ultimi due anni, uno scenario nel quale ci si augura di potersi riappropriare, anche se a piccoli passi, della tanto agognata “normalità”.

Dall’analisi degli ultimi due anni, infatti, emerge come un sempre maggiore numero di studenti e studentesse denunci problemi di ansia e depressione, come siano diffuse la difficoltà a concentrarsi e la carenza di motivazione e, infine, risulta evidente la crescente frequenza di problemi comportamentali.
Quello che ci si aspetta dai prossimi mesi è che la didattica si trasformi in didattica digitale integrata; che si superi il “digital divide”, e, cioè, la difficoltà di collegarsi alla rete web; che, grazie alla formazione dei docenti, si comincino a sfruttare maggiormente le potenzialità del digitale con l’obiettivo di recuperare le competenze perdute o non acquisite.

Nonostante il lavoro da fare sia ancora molto, la prospettiva che converrebbe adottare è quella ottimista di Virginia Kaladich, presidente della Fidae, la quale, nel tratteggiare un bilancio del passato anno scolastico, ha detto: “Sicuramente anche questo è stato un anno straordinario perché ci troviamo in un momento storico straordinario. Voglio vedere il bicchiere mezzo pieno e affermare che, nonostante siamo ancora in un periodo di transizione, in questi mesi abbiamo cominciato a costruire le fondamenta della scuola del futuro che, come abbiamo detto nella nostra assemblea, è qui e ora”.


Pubblicato su “I FATTI area metropolitana” ed. di settembre 2022