Trevi Nel Lazio, L’ennesimo imbarazzante scivolone di “Unione e Cambiamento”

L’atteggiamento del gruppo di minoranza di Trevi Nel Lazio, “Unione e Cambiamento”, continua a far emergere un modo di fare politica goffo ed imbarazzante, mostrando il labile confine fra bugia e realtà tanto che gli stessi consiglieri di minoranza credono alle  storie inventate che raccontano, cercando di imporre questa visione anche agli altri e non riescono ad affrontare la realtà.

Ultimo episodio sono le accuse alimentate dalla “macchina del fango” che sono state lanciate contro il Sindaco Silvio Grazioli e la sua maggioranza, in relazione al passaggio della gestione idrica ad Acea. Ma le bugie hanno le gambe corte, ed “all’infamante” volantino di Unione e Cambiamento, c’è stata una chiara e cristallina risposta, che ha riportato alla luce la realtà inconfutabile dei fatti!

Qualche giorno fa –si legge nella nota della maggioranza Trevi Nel Futuro”-  è apparso un volantino a firma del gruppo di opposizione Unione e Cambiamento, condito di bugie e diffamazioni di cui saranno chiamati a rispondere nelle opportune sedi penali e civili; vediamo quali sono queste bugie. -La prima è che l’amministrazione Grazioli avesse sottoscritto una convenzione nel periodo 2006-2009 in cui s’impegnava a consegnare acqua e fogna ad ACEA. Tale affermazione è talmente falsa, ingiuriosa e diffamatoria che è smentita dagli stessi atti che si sono susseguiti negli ultimi 15 anni, in cui di tale situazione non viene fatta menzione da alcuno, né da Ato 2, né da ACEA, né dalla Regione Lazio, le quali avrebbero avuto tutto l’interesse a citare tale accordo nei loro atti. L’unico a menzionarlo, anche dinanzi al Tribunale Amministrativo è proprio il comune di Trevi, che ha sempre ribadito la volontà di gestire il servizio idrico.

Per questo l’amministrazione Grazioli è stata commissariata nel giugno del 2022 dall’allora Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ed è stato il commissario che ha firmato il decreto di trasferimento del servizio idrico sempre nel giugno del 2022, e questo i cittadini lo sanno bene, e non si lasciano certo incantare dalle sirene di chi è pronto a gettare discredito sulla politica di Trevi. A proposito del mutuo che Acea dovrebbe restituire al comune di Trevi di cui parla la minoranza, è bene rinfrescare la memoria. L’Acea doveva restituire i soldi per il mutuo che il comune aveva preso per fare la separazione delle acque e sistemare il centro storico (lavori fatti dalla prima amministrazione Grazioli).  Il mutuo nel complesso era di circa un milione ed ottocentomila euro, ma Acea doveva restituire soltanto i soldi dei lavori, vale a dire 1.326.000,00 euro.

A partire dal bilancio del 2010 l’amministrazione di cui faceva parte il consigliere Cecconi ha inserito 1.800.000,00 euro, cosa che assolutamente non andava fatta perché quei soldi servivano per estinguere il mutuo e non per finanziare la spesa corrente. Non solo nel 2012 e nel 2013 hanno utilizzato parte di quella somma circa 170.000,00 euro (che era una somma fittizia) per dichiarare il permanere degli equilibri di bilancio!

Vi rendete conto di quale danno hanno causato al bilancio di Trevi! La Corte dei Conti nel 2018 ha ordinato al comune di Trevi di togliere quella somma dal bilancio e ci siamo ritrovati subito un debito di 1.800.000,00 euro, nello stesso giorno la Corte dei Conti ci ha ordinato di togliere dal bilancio 1.100.000,00 euro di crediti di dubbia esigibilità che la giunta di cui era componente Cecconi, nell’aprile del 2015 aveva mantenuto nel bilancio. In quel giorno il comune si è trovato di fatto con quasi tre milioni di euro in meno sul bilancio.

Pertanto l’Amministrazione ha dovuto predisporre un piano di riequilibrio che è tuttora in vigore. Di questo –continua il Sindaco Grazioli– si dovrebbero vergognare, e non gettare fango su chi sta riparando i guasti causati creati dall’Amministrazione in cui c’era l’allora assessore Vincenzo Cecconi ed Antonio Salvatori.  Tra l’altro è utile sottolineare che quando nell’estate del 2016 la Corte dei Conti fece un’analisi impietosa dell’operato dell’amministrazione dove c’era Cecconi; in consiglio comunale chi chiese di aprire una discussione che portasse al dissesto fu, udite, udite, il consigliere Pietro Bianchini, il quale ora invece va a braccetto con Cecconi e con Antonio Salvatori.

Ci dica allora il consigliere Bianchini se aveva torto allora a contestare l’operato di Cecconi, oppure se ha torto adesso a stare insieme al consigliere Cecconi.  – L’altra bugia che emerge dal volantino della minoranza è che nel 2015 con la nuova normativa sull’ambiente l’amministrazione non abbia fatto nulla per evitare la cessione del servizio idrico ad Acea. Già nel 2007 era uscita una norma che consentiva ai comuni sotto i 1000 abitanti, che gestivano in autonomia il servizio idrico, di non consegnarlo al gestore (che nel Lazio è ACEA).

Nel 2015 tale norma era stata estesa ai comuni che avessero la completa gestione del servizio idrico integrato e che avessero le sorgenti all’interno di aree protette. Il consiglio comunale doveva fare la dichiarazione di gestione autonoma di tutto il servizio, cosa che il comune di Trevi non poteva fare, infatti non poteva dichiarare che gestiva il depuratore (in quanto lo gestiva l’Acea), non poteva dichiarare che gestiva tutta la rete fognaria, (in quanto dalla Conicella in giù fino agli Altipiani lo gestiva il Corecalt), non poteva dichiarare che aveva tutte le sorgenti (in quanto l’acqua agli Altipiani la dava l’Acea), è evidente che si sarebbe dichiarato il falso ideologico (pena punita fino a 6 anni di carcere).

Nonostante questo il consiglio comunale ha dichiarato la volontà di gestire il servizio idrico e che le fonti della Cardellina e di Capodacqua fossero all’interno del Parco dei monti Simbruini.

Pensate che il consigliere Pietro Bianchini non ha voluto votare la mozione ed è uscito dall’aula, tra l’altro contestando che Capodacqua fosse o meno all’interno del Parco.   La verità è che in Italia tutti i comuni sono stati commissariati, e tutti hanno conferito il servizio idrico agli Ato che ripetiamo nel Lazio è ACEA. Soltanto alcuni comuni sotto i mille abitanti che gestiscono in proprio la rete idrica, fognaria ed il depuratore continuano a gestire il servizio, tutti gli altri sono stati commissariati, e tutti, compreso noi, hanno perso le cause. Pertanto –conclude Grazioli– voler travisare la realtà è soltanto un’operazione politica che tende a prendere in giro i cittadini.

Le persone anziane vi conoscono bene (si rivolge ai consiglieri di minoranza), e sanno distinguere tra chi butta sementi e chi butta cenere. I giovani hanno studiato a scuola elementi di diritto ed economia e sanno bene come stanno le cose. Chi semina cenere, cenere raccoglie”.