Camilla dei Volsci, storia e mito della principessa guerriera

Il mito di Camilla non è molto conosciuta,  ma eppure è ripresa sia dall’Eneide che da molti altri trattati storici.

Ella fu una principessa guerriera,  un’amazzone di bellezza strabiliante e di abilità combattiva leggendaria .

Il suo arco scagliava dardi precisi e letali, la sua lancia non lasciava scampo a nessun cavaliere e il suo coraggio era ammirato e invidiato dagli uomini.

Il mito

Chi era questa favolosa eroina?

Ella nacque a Priverno nel periodo del 1200 a.C. da re Metabo, tiranno esiliato dal trono per la sua condotta oppressiva.

Metabo fuggendo inseguito dai sudditi si trovò di fronte al fiume Amaseno ingrossato dalle piogge.

Con un gesto disperato legò la neonata Camilla ad una lancia su un letto di corteccia e la scagliò oltre la riva implorando la dea Diana di salvarla.

Metabo quindi si gettò a nuoto sopravvivendo e addestrando la figlia alla guerra e alla dura vita dei boschi, consacrandola alla dea della caccia.

Ella crebbe bella, forte e selvaggia, le sue gesta giunsero fino alle terre volsche e molti furono i principi che le chiesero la mano.

Camilla rifiutò ogni proposta e tornò nel regno dei Volsci che la vollero come regina.

La guerra con Troja

Tuttavia i Trojani guidati da Enea sbarcarono sulle coste laziali, alleandosi agli Etruschi, attaccarono i Rutuli di Ardea, popolo originario del nord che vi si era stanziato.

Nonostante i Rutuli fossero rivali i Volsci compresero che se non li avessero aiutati, sarebbero stati successivamente a loro volta invasi.

Camilla organizzò uno squadrone di cavalleria e uno stuolo di fanti protetti da armature di bronzo e armati con lance ed archi, correndo in soccorso di re Turno.

Mentre Turno si riservò l’onore di affrontare Enea, delegó a Camilla il compito di combattere i loro alleati, cosa che ella fece egregiamente portando lo scompiglio tra lel loro file.

La cavalleria volsca era inarrestabile, Camilla era coraggiosissima e non si ritirava mai. I suoi uomini non avrebbero mai disertato per non essere disonorati da una donna.

Al contrario, i nemici cominciarono a fuggire dai campi di battaglia costringendo il re etrusco Tarconte a una dura repressione dei disertori.

Purtroppo,  mentre l’eroina è impegnata nel combattimento, non si accorse di essere seguita da un giovane oplita etrusco di nome Arunte.

Arunte era ferito, implorò Apollo e con tutte le forze rimaste scagliò il suo dardo colpendo in pieno Camilla che spirò uccisa a tradimento.

La morte disonorevole di Camilla mandò su tutte le furie la dea Diana,  che inviò la ninfa Opi per vendicarla uccidendo Arunte.

Nonostante gli sforzi di Camilla alla fine trionferanno i Trojani.

Tra mito e storia

Secondo gli storici la figura di Camilla è inventata da Virgilio,  anche perché la venuta dei Trojani non coincide con quella dei Volsci.

Tuttavia il suo mito viene ripreso da Dante, Aristotele ed molti altri poeti e cantori che ne hanno consacrato la figura.

È molto probabile che la sua figura sia realmente esistita e che come per altri personaggi storici ci sia stato un infarcimento di gesta.

La figura della vergine eroica consacrata alla dea Diana era un simbolo di rettitudine e richiamo ai doveri, un esempio da seguire e ammirare.