Commissione Ue. Tre siti porno osservati speciali. Da febbraio regole più severe

La Commissione europea ha definito i siti di video pornografici Pornhub, Stripchat e Xvideos come “grandi piattaforme digitali”. Un’etichetta che li obbligherà all’adozione di regole più serrate sulla rimozione dei contenuti illegali pubblicati online.

Grandi piattaforme online

I tre siti in questione andranno quindi a far parte di quelle piattaforme con oltre 45 milioni di utenti mensili, come Facebook, Instagram, X e Google. Saranno quindi soggetti a regole più severe in base alla Digital Services Act (legge sui servizi digitali), come la protezione dei minori e la lotta alla diffusione dei contenuti illegali.

La vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager ha dichiarato il suo favore alla designazione di questi siti come “grandi piattaforme online” dicendo che “questo permetterà un controllo maggiore ai loro processi e algoritmi”.

Controlli “automatici” inefficaci

Con questo atto la Commissione Ue approccia ad un maggiore controllo in un settore che al momento risulta deregolamentato. Sussisterebbero infatti dei meccanismi insufficienti per il controllo dell’età degli utenti e per la circolazione di materiale pedopornografico e revenge porn. Elementi che sono gestiti dall’intelligenza artificiale.

La voce delle piattaforme

Sia la Canadese Purnhub che il servizio di webcam Stripchat con sede a Cipro, al 31 luglio, avevano dichiarato ufficialmente un traffico medio mensile al di sotto della soglia dei 45 milioni di utenti.

Grazie a fonti alternative invece, un alto funzionario della Commissione europea è riuscito a confermare che c’è la “ragionevole certezza” che entrambe registrano una media mensile di un’affluenza di oltre 45 milioni di utenti.

La francese Xvideos, registrata sotto una holding ceca, ha confermando che le visite mensili sono di circa 160 milioni di utenti. Nello scorso febbraio, la piattaforma si rifiutò di pubblicare il numero degli utenti, ma a giugno ha confermato il traffico.

Cosa cambia adesso

Le classificazione obbligherà le tre società all’adozione di nuove regole che scatteranno il 17 febbraio 2024. Le novità sono appunto in merito agli obblighi sulla rimozione dei contenuti illegali, sui diritti fondamentali e sulla sicurezza pubblica. La Commissione Ue esaminerà entro la fine di aprile 2024 le relazioni sulla riduzione dei rischi che le piattaforme dovranno produrre.

Le “grandi piattaforme online” saranno soggette a regole più severe, ma il richiamo ad uniformarsi agli standard per la sicurezza dei minori entro febbraio 2024 è allargato anche a tutte le altre.

La preoccupazione è l’assenza di strumenti efficaci sul controllo dell’età. I siti con contenuti pornografici, in base alla Direttiva sui servizi di media audiovisivi dell’Ue del 2018, sono obbligati ad inibire l’accesso ai minori. L’accesso tuttavia avviene semplicemente convalidando con una spunta la domanda iniziale “sei maggiorenne?”. Un controllo decisamente privo di qualsiasi verifica, chiunque può spuntare il “Si” senza che questa affermazione venga in qualche modo verificata. Il sistema, dopo la risposta, apre immediatamente i contenuti.

Il controllo dell’età è lo scoglio maggiore

Dallo scorso ottobre in Francia una legge permette al governo di bloccare i siti pornografici privi di verifica dell’età. Altri Paesi come il Regno Unito o l’Australia hanno avuto difficoltà ad individuare una soluzione concreta per la verifica dell’età in conformità con la legge sulla privacy. La soluzione drastica potrebbe essere l’iscrizione in piena regola a queste piattaforme ma è ovvio che questo sarebbe fortemente contrastato dalle piattaforme stesse, perché la rinuncia all’anonimato farebbe inevitabilmente crollare il traffico.

Foto: si.contentexchange.me