Congedi parentali, la proposta: attribuiti se il bambino in quarantena

A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, non cennano a diminuire le preoccupazioni su possibili nuove ondate di contagio nelle classi. Il Ministero dell’Istruzione ha già approvato delle linee guida sulle indicazioni dell’ISS, secondo cui decide il dipartimento di prevenzione dell’asp competente insieme ai presidi che fare in caso di contagi tra gli studenti.

Ma si pone un problema per i genitori: a chi si può affidare il bambini costretto all’isolamento domiciliare o per altra malattia se i genitori sono lavoratori, considerando le maggiori difficoltà nell’ingaggiare una babysitter o lasciare i figli dai nonni?

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In questo senso, il Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ha lanciato una nuova proposta: concedere il diritto ai congedi parentali retribuiti e diritto allo smart working per i genitori per la durata della malattia o della quarantena del bambino.

“La priorità è riportare i bambini a scuola restituendo loro il diritto primario ad un luogo ed una comunità educante. Alla politica e a tutto il Paese compete la responsabilità di rendere possibile questo ma con un passo in più: agevolare il ritorno a scuola nel modo più certo, stabile, sicuro per le famiglie. Dobbiamo anche garantire informazioni chiare e procedure semplici e adeguate”.

“Per esempio che ci siano percorsi dedicati, veloci, facilmente attivabili da parte delle famiglie, per far fare il tampone ai bambini nei casi di sospetto contagio. Senza lungaggini, perché ne va non solo della salute dei bambini e delle loro famiglie, ma anche del loro percorso educativo. Rimettere l’educazione al centro del Paese vuol dire concretezza di scelte che permettano di vivere davvero la scuola, ed è quello che dobbiamo fare”.

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Al momento, però, restano in vigore soltanto le regole di comportamento a scuola nel caso in cui un bambino mostri i sintomi della malattia, così come stabilite dal documento dell’ISS per la gestione di casi e focolai di COVID-19: “Se un alunno manifesta la sintomatologia a scuola, le raccomandazioni prevedono che vada isolato in un’area apposita assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica e che i genitori vengano immediatamente allertati. Una volta arrivato a casa, i genitori devono contattare il pediatra di libera scelta o medico di famiglia, che deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione (DdP) per l’esecuzione del tampone”

Se invece ci si trova di fronte a casi di positività accertata, “vengono fatte indagini sull’identificazione dei contatti e il Ddp competente valuterà le misure più appropriate da adottare tra le quali, quando necessario, la quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di contatto stretto”.