DPCM, scoppiano le proteste: “Lavoratori allo stremo senza incentivi in particolare quelli che lavorano a giornata”

E’ scattato alle 6 e durerà fino alle 22 lo sciopero nazionale proclamato, come riporta repubblica.it, dalle organizzazioni dei tassisti contro il nuovo Dpcm. Altissima l’adesione delle sigle Claai, Usb Taxi, Tam, OrSA Taxi, Unimpresa, Federtaxi Cisal, Uritaxi, Ati Taxi, Ugl Taxi, UnioneTassisti Italiana, Satam, Associazione Tutela Legale Taxi. I conducenti delle auto bianche si sono ritrovati a Roma per dei presidi di protesta davanti ai ministeri delle Finanze e dei Trasporti.

Alla stazione Termini hanno esposto uno striscione con scritto “Oggi sciopero taxi. Ci scusiamo con l’utenza ma non abbiamo più nemmeno i soldi per il carburante”. E se viene comunque garantito il servizio di trasporto “sociale” per anziani, portatori di handicap e malati. “il nostro settore è ormai arrivato in una condizione insostenibile – si legge nella nota inviata a Governo, Comuni e Regioni – aiuti economici insufficienti o inadeguati, l’assoluta inconsistenza di ogni attività di contrasto all’abusivismo, che trova nella mancata stesura di adeguati decreti attuativi e del Dpcm sulle piattaforme tecnologiche, un ulteriore elemento critico”.

  ISCRIVITI AL GRUPPO: https://www.facebook.com/groups/351698258820771/?ref=share

A Milano lo sciopero sta avendo una adesione del 100%. La stima è di Emilio Boccalini presidente di Taxiblu 02.4040, il più importante Radiotaxi di Milano. “Il Dpcm non ci consente manifestazioni e quindi gran parte dei colleghi è a casa e non, come di consueto nei parcheggi – spiega -. Circolano solo i taxi, con uno speciale cartello, che svolgono servizi di carattere sociale e che trasportano persone malate o invalide senza farle pagare”. “Siamo fermi oggi – ribadisce Boccalini -, ma in realtà siamo fermi da mesi, siamo ai minimi storici con le corse. Qui non rischiamo di perdere solo il lavoro, ma di veder scomparire un’intera categoria”

Lo sciopero è solo la punta di un iceberg: i problemi della categoria – dall’abusivismo all’ingresso delle multinazionali che gestiscono i trasporti – vanno avanti da diverso tempo. E ora la pandemia ha acuito le vecchie crisi e ne ha generate di nuove. “Non voglio fare la classifica delle città, perché ogni lavoratore, ogni collega ha pari dignità e purtroppo ha gli stessi problemi indipendentemente dalla città in cui lavora. Ma è chiaro – sottolinea Boccalini – che queste problematiche in una città come Milano credo si percepiscano e amplifichino ancora di più perché ci colpiscono su diversi fronti.In più da mesi non si vedono turisti a Milano”.

“I voli dagli aeroporti sono praticamente al minimo così come i passeggeri che scelgono un taxi – prosegue Boccalini – clienti e lavoratori legati al mondo delle fiere, dei grandi eventi e businessmen non ne arrivano più. Così come la gente che lavora negli uffici della città. Sono mesi che richiediamo ad esempio di potenziare i voucher taxi destinati ai malati, agli anziani e alle categorie più in difficoltà. Ma non solo. Ci siamo offerti per portare gli studenti. Niente, nessun riscontro ci è mai arrivato in tal senso. Si è preferito ‘stiparè questi ragazzi nei mezzi pubblici fino ad arrivare alla situazione odierna di Milano, con la zona ‘rossà e tutto quello che comporta”. “Tutto questo è solo la punta dell’iceberg di problemi che investono la categoria, che oggi giustamente sciopera”, conclude il presidente di Taxiblu 02.4040.

Assedio pacifico anche in piazza De Ferrari da parte dei tassisti della Cooperativa Radio Taxi Genova 0105966 che ha aderito allo sciopero nazionale. I tassisti chiedono un sostegno economico strutturale e l’inserimento nelle misure previste dalla prossima Legge di Bilancio, regole certe per contrastare l’abusivismo, difesa di un servizio pubblico essenziale contro le multinazionali. “In questo lungo momento di emergenza sanitaria le aziende vanno avanti – spiega il presidente Valter Centanaro – ma la crisi anche per noi è fortissima. Le nostre auto non si sono fermate nemmeno durante la pandemia ma i ricavi sono calati in maniera impressionante. Avevamo avuto una diminuzione del 90% durante il lockdown e adesso siamo comunque su un 30% del lavoro ordinario. Siamo, però, stati lasciati soli dal Governo centrale, a cui chiediamo risposte e sostegno, attraverso ristori economici ma anche con forme di incentivazione all’uso dei taxi, che mai come oggi svolgono un vero e proprio servizio di pubblica utilità”.

Interviene la viceministra Laura Castelli: “Nei prossimi giorni, convocheremo un tavolo intergovernativo, con tutti gli attori istituzionali, comprese Regioni ed Enti Locali, per definire assieme, in modo strutturale, interventi a supporto di un settore fondamentale nella rimodulazione del trasporto pubblico locale. E per velocizzare ulteriormente il meccanismo degli aiuti, diretti e indiretti, riservati a taxi e ncc. Non lasciamo nessuno indietro”.