” Cosa c’è questa sera in TV? ” La televisione cambia vestito

LE NUOVE TECNOLOGIE  CI REGALANO UNA NUOVA TELEVISONE

È di questi giorni la notizia che negli U.S.A, il volume delle trasmissioni televisive ‘in streaming’ ha superato quello tradizionale, e tra poco lo stesso avverrà anche in Italia, e ciò costituisce una ‘rivoluzione’ per l’utenza, un modo completamente nuovo di concepire l’utilità de mezzo televisivo.

Con tale modalità, che non è conosciuta da tutti, il mezzo televisivo diventa un centro di produzione di prodotti audiovisivi. Questi prodotti possono essere usufruiti anche in momento diverso dalla loro realizzazione.

La televisione di una volta

Una volta era ricorrente la frase: “Cosa c’è questa sera in TV?” E a questa frase rispondevano i più informati, i fedelissimi della televisione, quelli di prima generazione, anni 50 e 60.

Esistevano, ma si badi bene esistono anche oggi, periodici specializzati che per ogni rete televisiva raccontano ‘il palinsesto’ della giornata. Grazie ad essi l’utente televisivo si sarebbe potuto fare un’idea dell’offerta televisiva; offerta veramente vasta, come del resto sono tanti i canali TV.

I più sprovveduti ricorrevano, e lo fanno ancora, al cosiddetto ‘zapping’; ovvero la ricerca affannosa del programma ‘saltando’ da una rete all’altra. Abitudine questa che quasi sempre si risolve con la frase: “Questa sera alla televisione non c’è niente di buono”.

Questo modus operandi, lo zapping, ha indotto l’utente a fare una selezione dei programmi trasmessi quindi, di utilizzare il metodo della registrazione; anche ‘da remoto’ a televisore spento. Questa pratica però faceva si che si costituisse un archivio di ampie dimensioni non consentendo di fatto una agevole successiva visione.

La ‘rivoluzione’ della televisione in streaming

La novità della televisione in streaming consiste nel fatto che il momento della produzione dei programmi non necessariamente coincide con quello della sua contemporanea visione; infatti, i contenuti sono inizialmente compressi e memorizzati su un server come file e l’utente può richiedere al server di inviargli i contenuti  audio video a suo gradimento.

Non è necessario quindi scaricarli sul PC o sul cellulare per poterli riprodurre; i dati ricevuti vengono decompressi e riprodotti pochi secondi dopo l’inizio della ricezione.

Questo tipo di servizio viene offerto anche da parte di diverse reti televisive, come Mediaset e RAI .

Nel caso delle reti RAI, quasi tutti i programmi si possono ricevere on demand anche se in tempo successivo.

Come si può intuire, i vantaggi sono molteplici elenchiamoli in modo semplice, se per un qualsiasi motivo l’utente decide di allontanarsi dalla visione può mettere in pausa il programma trasmesso e poi riprenderlo in un momento successivo, sia un telegiornale, una fiction od altro, ora l’utente non è un passivo ricevente il programma, ma è lui a dettare i tempi di trasmissione per la sua comodità.

Lo Streaming non solo per le trasmissioni televisive

Lo streaming si è diffuso non solo nel campo delle trasmissioni televisive, ma è diventato la colonna portante ogni dove ci sia la necessità di trasmissione di contenuti audio visivi.

L’utente con lo streaming può crearsi un palinsesto personale e vedere quei programmi che sono di suo interesse, inoltre, può scegliere i film e le fiction che gli interessano, ed accedere ai ‘Podcast’ (programmi prodotti solo allo scopo di essere usufruiti on demand).

Nel corso degli anni 2010, lo streaming on demand di musica e film è andato progressivamente a sostituire i supporti fisici (CD, DVD) e digitali (download), grazie all’espansione di servizi come Spotify, Apple Music, per la musica e Netflix, Hulu, Amazon Prime  Video e Disney+ per il cinema.

Nel 2018, lo streaming ha rappresentato il 46,8% degli incassi dell’industria musicale, provenienti prevalentemente dai 255 milioni di utenti registrati a servizi a pagamento.