Domani scatta l’embargo ai prodotti raffinati russi, il rischio è l’aumento di benzina e diesel

embargo prodotti russi

La misura stabilita dalla Ue potrebbe avere l’effetto di un aumento di prezzi ai carburanti alla pompa. La “differenza” sulla disponibilità sarà infatti di circa 5 milioni di barili e questo, oltre al riflesso sui prezzi alla stazione di servizio andrà ad incidere anche sull’inflazione. Da ricordare che per quanto riguarda i carburanti c’è stata anche la decisione del governo di non procedere al taglio delle accise. (Come invece avevano annunciato i partiti della maggioranza in campagna elettorale).

L’embargo

Quello previsto per domani sarà un embargo che interesserà tutti i prodotti raffinati in arrivo dalla Russia. Dopo quello delle esportazioni di greggio via mare dello scorso 5 dicembre 2022, questo è il secondo embargo ai prodotti russi. Le ripercussioni sui mercati europei non sono tuttavia ancora valutabili con precisione, poiché la Ue ha ridotto della metà le importazioni di questi prodotti dalla Russia. La decisione è “figlia” ovviamente del ragionamento proprio in merito all’embargo. Resta comunque la condizione di una flessione di circa un milione di barili al giorno sulle diponibilità.

Italia

Per il nostro Paese l’effetto dovrebbe essere non immediato e piuttosto moderato ma pur sempre indice di aumento di costi. Tutti i trasporti, soprattutto delle merci, che si trovano a “viaggiare su gomma”, subiranno rincari. Questi aumenti finiranno per gravare sul cittadino. Considerando che l’aumento non può essere affatto escluso, sarà opportuno che il governo ricorra all’accisa mobile, come già previsto in seno all’esecutivo.

L’allarme delle associazioni

Secondo Assoutenti “E’ una misura che rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell’inflazione”. L’associazione sottolinea che da domani “ci saranno un milione di barili al giorno in meno, quelli provenienti dalla Russia. Questo spingerà i vari Paesi a rifornirsi di benzina e gasolio presso altri Stati come Cina e Stati Uniti, con conseguenti maggiori costi di trasporto, senza contare le possibili speculazioni legate alla corsa agli accaparramenti”.

Foto: it.motor1.com