Guidonia ‘la Città dell’Aria’ tra ieri e oggi

Oggi le scoperte scientifiche e le innovazioni della tecnica, che ormai sono entrate a far parte del nostro quotidiano modo di vivere non ci stupiscono più né ci entusiasmano, le abitudini dell’era digitale hanno anestetizzato, quel senso di meraviglia che avevano i nostri padri e i nostri nonni. Il secolo che ci siamo lasciati alle spalle è stato il periodo della storia in cui l’umanità ha potuto assistere a quel salto di qualità che tutte le scienze hanno compiuto, sono stati raggiunti traguardi impensabili, che hanno contribuito a mettere le basi a quel mondo interconnesso nel quale viviamo.

Il XX secolo è stato quello della conquista dello spazio, della sua conoscenza, dell’esplorazione tramite satelliti di siti lontanissimi, e tutto ciò è avvenuto in uno spazio temporale di alcuni decenni, dai primi ‘trabiccoli’, che timidamente si levavano con difficoltà dal suolo, abbiamo conosciuto poi sofisticati sistemi che hanno portato l’uomo sulla luna. Il mezzo aereo ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, ha cambiato le nostre abitudini, ha reso veloce il trasporto di persone e risorse, ha reso più alla portata di tutti il piacere di viaggiare, ha cambiato anche i metodi e le strategie militari.

Il progresso dell’industria aeronautica deve tanto alle esigenze belliche che hanno trovato nel mezzo aereo un valido supporto, così che essa ha trovato un valido interlocutore negli Stati Maggiori militari che si sono fatti promotori di una ricerca tecnica che servisse allo scopo di raggiungere maggiore sicurezza e prestazioni negli aeromobili.

È bene mettere in rilievo, questo aspetto nella prospettiva di questo anno in cui ricorre il Centenario dell’Aeronautica Militare Italiana, per parlare di una nostra ‘eccellenza’ che non è molto conosciuta ai più, quella del Centro Sperimentale dell’Aeronautica dell’Aeroporto di Guidonia dove a cavallo degli anni trenta e quaranta, tecnici e scienziati portarono avanti ricerche ottenendo importanti risultati.

Erano gli anni delle Trasvolate Atlantiche di Italo Balbo, la trasvolata verso il Nord America e quella verso il Brasile, queste imprese contribuirono a diffondere in campo internazionale un vivo interesse verso il mezzo aereo e non solo su quello, l’aviazione era allora nell’immaginario collettivo l’espressione più tangibile della ‘modernità’, essa indicava che i limiti posti alla condizione umana potevano essere superati, e nelle arti i ‘futuristi’ osannavano il mezzo aereo che era ispirazione per loro nella pittura e nella letteratura.

In questa atmosfera di entusiasmo collettivo l’allora regime fascista costituì una struttura denominata DSSE, Direzione Superiore Studi ed Esperienze, alla quale il Capo del Governo Benito Mussolini pose il giovane Generale Italo Balbo, che era stato per ben tre volte sottosegretario al Ministero dell’Aeronautica e poi anche ministro.

Tale struttura fu ubicata nei pressi dell’aeroporto ‘Barbieri’ a Montecelio e con l’occasione venne fondata, con regio decreto Il 21 ottobre del 1937, la città di Guidonia, che incorporò amministrativamente il preesistente borgo.

Il nome fu in onore di Alessandro Guidoni, generale della Regia Aeronautica morto in un incidente il 27 aprile 1928, proprio nel territorio in cui poi nacque la città provando un nuovo tipo di paracadute.

La città sorta nelle vicinanze in funzione dell’aeroporto militare e delle strutture scientifiche godette di fama internazionale durante il fascismo e venne soprannominata ‘città dell’aria’ e ‘città della scienza’ grazie al Centro Sperimentale e allo SCA, Stabilimento di Costruzioni Aeronautiche.

La costruzione della città fu finanziata dall’Istituto Fascista Case Popolari, il cui progetto venne affidato ad Alberto Calza Bini, segretario del Sindacato Nazionale Fascista Architetti. La città di Guidonia fu edificata con l’intento che le strutture scientifiche fossero contorniate da un grande apparato di edifici, atti ad ospitare le abitazioni degli scienziati e tecnici, ufficiali e sottoufficiali con le loro famiglie, fornendo loro tutti i servizi, sanitari, scolastici e logistici atti al loro insediamento.

Guidonia durante il ventennio divenne luogo d’incontro di piloti, ingegneri e tecnici che poterono scambiarsi informazioni ed esperienze che contribuirono allo sviluppo degli studi aeronautici. Nel Centro Sperimentale operarono scienziati del calibro di Gaetano Arturo Crocco, Luigi Crocco, Luigi Broglio, Antonio Ferri, ma il crollo del regime e la sconfitta militare provocarono la dispersione del gruppo.

Il DSSE e la città di Guidonia, subirono le vicissitudini della guerra, furono bombardati, poi il Centro Sperimentale corse il rischio di essere saccheggiato e anche quello di cadere in mano alle truppe della Germania.

Lo scienziato Antonio Ferri, studioso degli effetti del vento sui profili alari alle alte velocità nonché ideatore, realizzatore e responsabile della galleria supersonica di Guidonia contribuì a salvare le attrezzature traferendole alla Facoltà di Ingegneria a Roma.

Lo stesso Antonio Ferri nel dopoguerra continuò brillantemente i suoi studi negli U.S.A. insegnando all’Università di New-York e dando un contributo notevole alla scienza Aerospaziale, collaborando con la NASA, l’Agenzia Aerospaziale Americana.

Oggi Guidonia è una popolosa città al terzo posto nel Lazio per numero di abitanti, ed è impossibile slegare questa pagina di memorie storiche dal suo contesto cittadino, difatti, a tal uopo è stato realizzato un percorso storico-museale che evidenzia il ruolo dell’Aeroporto di Guidonia agli albori della Regia Aeronautica.

*foto tratte da Wikipedia