Nuovi centri per migranti del Governo. Vediamo se saranno utili

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I nuovi centri per migranti dovrebbero costituire la soluzione al grosso flusso migratorio che sta interessando il nostro Paese, il Governo con questi CPR e con l’innalzamento dei tempi di permanenza dei migranti nei centri intende porre rimedio al fenomeno migratorio.

Da tre a diciotto mesi

L’annuncio del Governo è di aumentare i tempi di permanenza nei centri di tutti i migranti in attesa dei rimpatri. Ma le cose sono un po’ diverse da come viene candidamente illustrato dalla maggioranza di Governo. I migranti rinchiusi nei CPR, per la stragrande maggioranza non saranno rimpatriati perché semplicemente non esistono accordi coi Paesi d’origine. Una detenzione allargata che passa dagli attuali 3 mesi a 18 (Il massimo consentito dalla Ue) non serve a nulla né per il contenimento dei flussi migratori, né come azione deterrente per le partenze. I nuovi cpr così articolati non sono utili assolutamente allo scopo principale, ossia il contenimento degli arrivi.

La Norma

Lo scorso Lunedì il Consiglio dei ministri ha varato la norma su questa materia, ma si legge che l’allungamento di permanenza a 18 mesi interessa chi entra nei cpr col decreto di espulsione già firmato ed è in attea di rimpatrio. Va da sé che i migranti con denunce o con condanne per reati sono davvero pochi rispetto alla massa. Gli ultimi arrivi in Italia sono un numero di 130/150 mila e sono ospiti in attesa che siano esaminate le richieste di asilo. Inoltre il governo dovrebbe riuscire a costruire in pochissimo tempo questi nuovi CPR che tuttavia saranno destinati ad un numero esiguo di migranti.

Regioni e Comuni contro i nuovi CPR

Alcuni governatori di Regione sono contrari all’insediamento dei cpr nel proprio territorio di competenza.

Emblematico il commento di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna. Ai microfoni di Radio24 Bonaccini dice: “Non siamo disponibili a nulla se parliamo di parole al vento. Io sono abituato a discutere di cosa si vuol fare“. Poi il governatore incalza: “Questo è il Governo che parla di autonomia e che sta invece centralizzando tutte le decisioni a Roma senza confronto con gli enti locali“.

Da Luca Zaia, governatore del Veneto, stessa linea critica: “Al momento sono parole al vento. Per me non se ne parla assolutamente. Sull’apertura di un Centro in Veneto non siamo stati contattati“. Zaia poi sottolinea che “Puntare sui rimpatri è come svuotare il mare con un secchio. La soluzione è far arrivare solo chi ha davvero bisogno“.

Eugenio Giani presidente della Regione Toscana dice che non darà mi il suo assenso e aggiunge che “Il problema è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori“.

Ma anche da Regioni a guida centrodestra come Marche e Molise arrivano perplessità.

Da alcuni sindaci provengono critiche al governo su questa “soluzione” che non parrebbe essere una “buon medicina” per risolvere il problema, ma in effetti nemmeno per contenerlo almeno in parte.

Il sindaco di Firenze Dario Nardela parla senza mezzi termini: “Siamo all’ennesimo slogan, dopo i porti chiusi e il blocco delle Ong. Protrarre da 12 a 18 mesi la permanenza nei Cpr non significa risolvere il problema dell’immigrazione irregolare che delinque. Semmai pone un problema di rispetto dei principi costituzionali“.

Matteo Lepore, il primo cittadino di Bologna attacca il Governo: “I CPR sono la dimostrazione che i rimpatri non si possono fare perché si allunga la permanenza in centri che in realtà sono carceri. Si vuole far diventare la questione un problema di ordine pubblico“.

Ma è deciso e indietro non si torna

Malgrado le rimostranze di sindaci e governatori, quanto il Cdm ha deciso lunedì scorso avrà il suo seguito. In autunno saranno comunicate le strutture, e i cpr saranno uno per ogni regione, Al momento sono 10 ma uno (quello a Torino) non è operativo perché è in manutenzione. Sarà il Genio militare che si occuperà dell’allestimento e le strutture verranno poi presidiate dalla polizia di Stato, mentre per i servizi ci si affiderà ai privati tramite bando.
Lo stanziamento per i nuovi Centri è di 20 milioni di euro e dopo, il costo del loro mantenimento sarà di oltre un milione e mezzo di euro all’anno.

*Foto: Marina Militare