Reddito di cittadinanza, costerà 2 miliardi in più nel 2021: ora si valuta un cambiamento

Secondo quanto riportato dal Messaggero, nel 2021 la spesa per il reddito di cittadinanza potrebbe salire a 9.5 miliardi, più 2 miliardi rispetto al 2020. È questa la preoccupante proiezione di spesa del MEF, che sottolinea l’inevitabile aumento di beneficiari dopo l’emergenza Covid-19. E, per questa ragione, si sta facendo strada una nuova idea per cambiare: per esempio, a partire dai controlli su coloro che indebitamente hanno accesso al sussidio. Ma il Movimento 5 Stelle teme anche uno stravolgimento del suo cavallo di battaglia.

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Secondo le stime, il reddito di cittadinanza costerà 2 miliardi di euro in più rispetto ai 7.3 spesi nel 2020. Quei 10 miliardi di costo ora spaventano l’esecutivo, in particolare Gualtieri. Di Maio ha già fatto sapere che servirà un confronto sulla misura, ma il PD è già stato chiaro su quali saranno le richieste: maggiori controlli verso i furbettii del reddito di cittadinanza, su coloro che non accettano il lavoro e procedere a uno slancio delle assunzioni dei percettori depotenziando progressivamente i Navigator. Il problema è che il Movimento 5 Stelle teme anche che, con la scusa dei costi eccessivi e le modifiche necessarie, si proceda verso uno smantellamento della misura: per questo, si preferirebbe puntare sugli sgravi per le aziende che assumono chi prende il reddito di cittadinanza, sebbene a oggi in 500mila ancora debbano firmare il patto per il lavoro.

Dopo la crisi sanitaria, si è assistito a un inevitabile aumento dei beneficiari del sussidio: a oggi sono 1.3 milioni i nuclei familiari che prendono il reddito e pensione di cittadinanza, per un totale di 3 milioni di beneficiari. Su un milione di beneficiari occupabili stimati, però, solo 200mila hanno trovato un lavoro.

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