Nel giro di pochi giorni, due episodi gravissimi di cronaca hanno scosso Roma, riportando drammaticamente al centro del dibattito pubblico il tema della sicurezza urbana. Dal quartiere Pigneto fino a Don Bosco, la città ha mostrato ancora una volta le sue fragilità, diventando teatro di omicidi e aggressioni che sembrano ormai non fare più notizia. Due casi distinti, avvenuti in quartieri diversi, ma legati da un unico denominatore: l’assenza di un presidio costante del territorio.
Duplice omicidio al Pigneto: una coppia giustiziata in strada
Il primo episodio risale alla notte del 14 aprile 2025. Due cittadini cinesi, Zhang Dayong (53 anni) e Gong Xiaoqing (38 anni), sono stati brutalmente uccisi in via Prenestina, all’altezza del civico 62. I due, noti nella comunità locale per la gestione di un’attività commerciale, sono stati raggiunti da diversi colpi di pistola, prevalentemente alla testa, mentre rincasavano in bicicletta. L’agguato, descritto dagli inquirenti come una vera e propria esecuzione, è avvenuto sotto gli occhi di alcuni testimoni, ma le telecamere di sorveglianza della zona erano spente.
Secondo le indagini dei carabinieri, Zhang Dayong sarebbe stato coinvolto in vecchi affari legati alla criminalità cinese, in particolare con i clan operanti tra Roma e Prato. Si rafforza così l’ipotesi di un regolamento di conti interno alla mafia orientale. Il killer, incappucciato, avrebbe atteso la coppia all’interno del palazzo e aperto il fuoco appena usciti di casa.
Raid notturno a Don Bosco: gang armata ferisce nove persone
La seconda ondata di violenza è arrivata appena due settimane dopo, nella notte tra il 27 e il 28 aprile 2025, nel popoloso quartiere di Don Bosco. Una gang composta da circa venti giovani incappucciati ha fatto irruzione nella sala giochi “Dark Zone”, armata di mazze, coltelli e persino asce. Il raid ha preso di mira un gruppo di cittadini romeni seduti a un tavolo, ferendoli gravemente. Altri clienti italiani sono stati coinvolti nell’assalto.
Una volta usciti dal locale, i membri della gang hanno continuato a seminare il panico in strada, distruggendo auto in sosta e aggredendo passanti. Alla fine si sono contati nove feriti, di cui almeno due trasportati in ospedale in codice rosso. Anche in questo caso, le autorità non escludono un regolamento di conti legato allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Un campanello d’allarme per la politica
Questi due episodi, avvenuti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, testimoniano una Capitale sempre più esposta a dinamiche criminali e a una sensazione diffusa di abbandono nei quartieri più popolosi. Come ha sottolineato Enzo Blasi, “i quartieri sono lasciati alla mercé di tutti”, e ciò che manca è una strategia chiara e condivisa per restituire sicurezza ai cittadini.
I dati e i fatti dimostrano che non si tratta di eventi isolati, ma di sintomi evidenti di una città che ha perso il controllo di molte sue aree. Il tema della sicurezza, dunque, non può più essere lasciato ai margini del dibattito politico: Roma ha bisogno di soluzioni, di presenza costante sul territorio e, soprattutto, di una regia condivisa tra istituzioni, forze dell’ordine e comunità locali.