Bonus 100 euro – Rischio restituzione? Ecco come stanno le cose

L’erogazione è appena partita ma a fine anno l’Inps potrebbe chiedere indietro a circa un milione e mezzo di lavoratori dipendenti, per intero o in parte, l’ex bonus Renzi da 100 euro. La Uil però non ci sta e chiede al governo Draghi di intervenire. Il problema riguarda i lavoratori dipendenti con un reddito tra i 28 mila e i 40 mila euro.

Il secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha ampliato a vantaggio di questa categoria l’ex bonus Renzi da 80 euro in due passaggi. Da una parte il sostegno in busta paga destinato a chi ha un reddito tra gli 8.145 e 26.600 euro, fu aumentato di 20 euro e portato a 100 netti. Dall’altra, l’introduzione di un bonus anche per chi guadagna tra i 28 mila e i 40 mila euro dal valore di 100 euro decrescenti fino ad azzerarsi a 40 mila euro.

Ma se il primo criterio fino a 28 mila è un credito d’imposta, il secondo è invece una detrazione, che in quanto tale viene calcolata dal datore di lavoro come sostituto d’imposta sulla base del reddito erogato in busta paga, mentre secondo la legge dovrebbe essere fatto sul reddito complessivo del lavoratore, informazione di cui l’azienda non è a conoscenza.

Da ciò il milione e mezzo di dipendenti che rischiano di vedersi recapitare una comunicazione dell’Agenzia dell’Entrate dove viene richiesta la restituzione della detrazione, calcolata senza tenere conto delle fonti diverse che concorrono alla formazione del reddito totale, sul quale poi si determina il bonus e che potrebbe non essere aderente alla realtà.

Alla misura hanno diritto anche coloro che percepiscono la Naspi, l’indennità di disoccupazione Dis-Coll, i disoccupati del settore agricolo, i neo genitori che chiedono un congedo parentale e coloro che ricevono un assegno per attività socialmente utili o svolgono attività di tirocinio, secondo importi così ripartiti:

  • 100 euro al mese per redditi annui tra 8.174 euro e 28 mila euro;
  • fino a 80 euro al mese per redditi tra 28 mila euro e 35 mila euro;
  • meno di 80 euro al mese per redditi annui tra 35 mila e 40 mila euro;
  • nessun bonus per redditi superiori a 40 mila euro

La Uil ha avvertito che “il bonus 100 euro non deve essere assolutamente toccato perché costituisce un primo taglio delle tasse ai lavoratori dipendenti che sono da sempre i più fedeli contribuenti del fisco”.

Per questo il sindacato minaccia la mobilitazione e chiede modifiche da parte del legislatore: “Ci fu assicurato che sarebbero stati introdotti tutti gli accorgimenti legislativi per evitare questo rischio. Oggi, in presenza di questa eventualità chiediamo al governo ed al parlamento di introdurre tutti i correttivi volti a salvaguardare l’efficacia di questo intervento anche in vista della più complessiva, annunciata, riforma fiscale” ha ricordato il segretario confederale Domenico Proietti, tenendo presente come la Uil avesse già segnalato il rischio che, trasformando il bonus in detrazione per i lavoratori oltre i 28 mila euro, si potesse incorrere nella limitazione della platea dei beneficiari.