La valle che brucia: cronaca di una tragedia annunciata
Un rogo ha dilaniato la Riserva naturale della Valle dell’Aniene, nel quartiere Montesacro, a Roma. Un fuoco impietoso ha divorato ettari di vegetazione, sfigurando uno dei polmoni verdi della Capitale. L’inferno si è propagato senza pietà, alimentato da un caldo insostenibile, raffiche di vento impazzite e una distesa inaridita di sterpaglie secche. Le fiamme hanno lambito le abitazioni, minacciato la rimessa Atac di via Monte Sacro e si sono spinte fin quasi al Poligrafico dello Stato, fino a sfiorare Ponte Nomentano.
Un’enorme nube nera, densa e tossica, ha oscurato il cielo, estendendosi per chilometri sopra il quadrante nord-est della città. Un’ombra sinistra che ha soffocato l’aria e scosso la cittadinanza. Nella riserva, ormai ridotta a un limbo di abbandono, sono andati in fumo rifugi di fortuna e rifiuti accatastati nel tempo. Plastica fusa, materassi inceneriti, lamiere contorte. Un combustibile perfetto, lasciato lì da anni di incuria, dimenticanza, disinteresse e dalle istituzioni che definire distratte, è quasi eufemistico.
Un disastro che era prevedibile
Non è una sorpresa. L’allarme era noto, il rischio era scritto ovunque: insediamenti irregolari, nessuna manutenzione, rifiuti disseminati come trappole tra la vegetazione. In pochi istanti, la riserva si è piegata su se stessa. Gli alberi, un tempo guardiani silenziosi, si sono accasciati tra le fiamme. La fauna, spaesata, è fuggita o perita, incapace di opporsi alla violenza del fuoco.
Un dispiegamento disperato
Le sirene hanno rotto il silenzio. Una mobilitazione imponente ha preso vita: squadre dei Vigili del fuoco, pattuglie della Polizia Locale, Carabinieri, volontari della Protezione Civile. Sono arrivati i mezzi speciali, autobotti, idranti, pick-up attrezzati, e infine gli elicotteri, piombati dall’alto con carichi d’acqua nella speranza di domare il caos. Il direttore delle operazioni di spegnimento ha assunto il comando sul campo, guidando un’azione tanto coraggiosa quanto disperata.
L’obiettivo era arrestare l’avanzata del fuoco prima che raggiungesse le case, gli impianti, le vite. Una battaglia è tutt’altro che facile, una lotta metro dopo metro, tra fumo, calore insopportabile e un terreno traditore, segnato da anni di disattenzione.
La vendetta della terra dimenticata
La Riserva della Valle dell’Aniene non è solo un parco: è simbolo di un patto infranto tra uomo e natura. Nata per custodire biodiversità e offrire respiro alla città, è stata lasciata morire lentamente. Un luogo pensato per la vita, trasformato in una trappola mortale da indifferenza e abbandono. Bastava una scintilla… e quella scintilla è arrivata.
Degrado
Montesacro, un tempo equilibrio tra cemento e verde, oggi è testimone di un declino continuo. Incendi, discariche abusive, insicurezza crescente: un copione che si ripete, mentre la riqualificazione resta una promessa mai mantenuta. I cittadini, soli, guardano le fiamme e respirano la cenere della speranza. Una valle saccheggiata, un quartiere in resistenza, una città che non può più permettersi il silenzio.
Fonte: 7colli.it – Foto: favaraweb.com