C’era una volta in fonderia un operaio con un’idea geniale degna di una commedia: rubare l’oro all’azienda infilandoselo nei dreadlocks (ciocche di capelli annodate). Il prestigiatore del metallo prezioso, 38 anni e una chioma da far invidia a Bob Marley, ha pensato bene di usare le sue trecce come nascondiglio per superare i controlli di sicurezza. E per circa un anno il trucco ha funzionato alla grande… Fino a quando non si è presentato in un compro oro con un bottino troppo scintillante per passare inosservato.
L’oro nei capelli
Il ladro-capellone aveva ideato un metodo che funzionava. Nascondeva lamine e scaglie d’oro tra i suoi rasta, consapevole che il metal detector aziendale era più interessato al girovita che al cuoio capelluto. Così, giorno dopo giorno, usciva dal lavoro con qualche grammo di fonderia infilato tra i capelli, mentre i colleghi passavano i controlli con chiavi e monete in tasca. Genio? Forse. Fortunato? Fino a che è durata.
150mila euro di oro… portati in testa
In circa dodici mesi ha accumulato quasi due chili d’oro, per un valore totale di circa 150mila euro. Il trucco? Andare a monetizzare nei compro oro di Rho, zona nota più per il traffico che per le rapine. Ogni ciocca una piccola cassaforte. Ma alla lunga anche le migliori strategie hanno una fine.
La disfatta
Il colpo di grazia è arrivato durante un controllo di routine della Polizia in un negozio compro oro. Gli agenti hanno notato che l’uomo faticava a spiegare perché fosse lì. Alle richieste incalzanti degli agenti, ha tirato fuori, con l’eleganza di chi si è già arreso, una lamina d’oro puro a 24 carati da 250 grammi, del valore di 23mila euro.
Confessione con sorpresa
Sotto pressione, ha cantato come un usignolo: furti, fonderia, dreadlocks e metodo “fai-da-me”. Una perquisizione a casa ha fatto il resto: oro ovunque, ma sempre dello stesso tipo. Il cerchio si è chiuso e la chioma… anche.
Foto generica di un compro oro tratta da: banco18carati.it